Che grazia vivere a Roma! Nei mesi che vi trascorse, a più riprese, sant’Eugenio de Mazenod non faceva altro che passare da un luogo all’altro per conoscerne le bellezze e soprattutto i suoi santi e i suoi martiri.
Lo stesso faccio anch’io!
Come ad esempio
sabato scorso.
La mattina con la mia
comunità eccomi a santa Agnese sulla Nomentana: i resti dell’antica basilica
costantiniana, il mausoleo di Costanza, la “nuova” basilica della martire, le
catacombe… Un’immersione nella storia e nell’arte dell’antica Roma e di quella
medievale. Un’immersione nella santità, testimoniata dalla piccola Cecilia e
della sua sorella di latte e amica Emerenziana, ambedue martiri.
La mattina del nostro
ritiro mensile consiste nella contemplazione della testimonianza di santità
offerta da queste due fanciulle: ci ricordano la bellezza dell’impegno
verginale come espressione del rapporto di amicizia con Gesù, il coraggio e la
fermezza nell’annuncio della fede, il valore dell’essere insieme per mantenersi fedeli nel cammino dietro al Signore...
Anche la catacombe parlano e raccontano la speranza nella vita eterna dei primi cristiani
espressa da mille simboli lasciati sulle loro tombe, la quotidiana della loro
semplice fede, l’unità che le legava al di là della diversità delle condizioni
sociali.
Per chi sa ascoltarla
Roma parla e si rivela ancora cristiana.
Mentre i miei
fratelli nel pomeriggio continuano il loro ritiro, io mi sposto, questa volta
con una trentina di bambini che, assieme ai loro genitori, accompagno alla
scoperta di altri luoghi di santità.
Ed eccoci alla trappa delle Tre Fontane, con la testimonianza di san Bernardo e del suo rapporto con Maria. Più avanti il luogo del martirio di san Paolo che parla di questo testimone d’eccezione. Infine, poco più avanti, la piccola sorella Maddalena, con sue sorelle di Gesù.
Ed è qui che avviene l’incredibile. Entriamo nella
cappella delle suore. Tante di loro sono sedute per terra, come loro consuetudine, in adorazione
davanti all’Eucaristia. I bambini entrano e si mettono anche loro in ginocchio
o seduti sul pavimento. Poche parole da parte mia per spiegare cosa stanno
facendo in quel momento le suore… Poi cala un silenzio assoluto e i bambini
rimangono immobili. Soltanto una piccolina avanza da sola fino a raggiungere la
statua della Madonna, vuole semplicemente toccarla o forse vuole toccare Gesù
Bambino che la Madre tiene in braccio.
“Adesso possiamo
uscire”, dico infine. Ma nessuno si muove… Gesù li ha attirato e inchiodati a
sé…
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