Venerdì santo. Oggi
mi è arrivato un link che mi ha portato a Trento, nella casa del beato p. Mario
Borzaga, martire nel Laos. A raccontarne la vita, in 15 minuti, la sorella
Lucia.
L’ideale del
martirio! Così presente fin dai primi anni di questo giovane. Niente di più
adatto per guardare al martirio di Gesù.
Nel 1953 – Mario ha
21 anni – scrive alla sorella: «La nostra vita sarà breve, e dovremo in poco
tempo fare moltissimo bene per noi e per gli altri, sacrificandoci per Gesù
come egli si è sacrificato per noi, il premio poi verrà abbondante in
Paradiso».
Il Venerdì Santo 1957
annota nel diario: «I martiri vanno imitati, non lodati! I martiri? Gesù primo
e più grande martire! Oggi è la sua Festa. Spero, credo che per me non sia
morto invano. “Vado ad immolarmi per voi”».
Il 21 gennaio dello
stesso anno, nella festa di sant’Agnese, scrive: «Agnese: una fanciulla che non
ho mai visto, con la quale non ho mai parlato, ma che sento d’amare; le sue
guance erano color del latte, solo ingentilite un po’ dal sangue dello Sposo:
lo amava con tenerezza di fanciulla tredicenne, con la forza d’un eroe che non
teme la morte. Agnese potrebbe essere il modello del mio martirio, poiché sono
debole di temperamento e timido, eppur devo essere forte».
Quatto giorni prima aveva scritto: «Un’idea mi ha colpito: che bisogna far presto
a santificarsi nelle attuali circostanze. (…) Non c’è tempo da perdere:
bisogna bruciare le tappe (…). I martiri sono quelli che nella via della
santità hanno bruciato le tappe e sbaragliato le difficoltà. Per giungere ad
un eroico amore a Gesù non hanno avuto tempo di informarsi sui gradi della vita
contemplativa, di farsi una bibliotechina di bei libri spirituali, di
consultare periodicamente il Direttore; quando hanno udito il richiamo di
Gesù, l’urlo disperato dei fratelli, sono accorsi sulla prima linea e sono
morti con un immenso amore nel cuore. Del resto, per farsi santi, ci vuole più
coraggio che tempo; dunque, in queste circostanze, bisogna far presto. Nessuna
occasione mi deve sfuggire per esser santo al più presto possibile:
dall’Eucaristia ad un qualsiasi Kyrie
eleison, da un atto di carità al silenzio, tutto deve essere raccolto per
far presto. E soprattutto amare, amare con la lettera maiuscola. Perciò oggi
ho studiato la morale con un ardore che mi era finora ignoto. Anche alla scuola
di dogma sono stato attentissimo prendendo appunti».
Allora rivediamo
questo breve intenso racconto della sua vita:
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