Questa volta mi
chiedono di parlare della famiglia, e più in particolare, se ho ben capito,
della preghiera in famiglia. Come se io ne sapessi qualcosa… E addirittura a San Benedetto del Tronto.
Parlerò forse delle
preghiere, ma soprattutto della “preghiera”, che è creare quel luogo nel quale
Dio si rende presente. Così, ancora una volta, ricorderò l’interpretazione di Matteo
19,20 fatta da Tertulliano nel II secolo: «Chi sono i due o i tre riuniti in
nome di Cristo, in mezzo ai quali sta il Signore? Non sono forse l’uomo, la
donna e il figlio dal momento che l’uomo e la donna sono uniti da Dio?». Quell’essere
uniti nel nome del Signore non è già preghiera? Non attira la presenza di Dio?
E quando c’è Dio… non è quella la preghiera?
E quando invece non c’è
l’armonia? Quando i rapporti si fanno difficili, quando giungono
incomprensioni, malattie, mancanza di lavoro, fallimenti nell’educazione dei
figli…? Non sarà anche questo grido di dolore una preghiera che sale al cielo?
Come quella che salì dal più grande luogo del dolore, la croce?
Poi si possono fare
anche le preghiere…
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