«Gesù le disse: “Maria!”. Ella si voltò e gli disse in ebraico:
“Rabbunì” – che significa
“Maestro mio!”» (Gv 20,
16). Il pastore conosce le sue pecore,
ciascuna per nome, ed esse conoscono
la sua voce (10, 3-4. 14). È bello essere chiamati per nome: dice
amicizia, rapporto personale, intimità. Con quel nome, “Maria”, è come
se Gesù l’abbracciasse, la prendesse dentro di sé: «Ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni» (Is 43, 1). E lei, con quel nome, “Maestro
mio!”, è come se lo abbracciasse. Anzi, l’abbraccia davvero!
Chiediamo a Maria il dono di un rapporto
personale e profondo con il Signore
risorto.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu
sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del suo seno Gesù:
1. cercato da Maria di Màgdala (Gv 20, 11)
2. oggetto del nostro desiderio (Gv 20, 13-15)
3. che si china sulle nostre lacrime (Gv 20, 13)
4. che ci chiama per nome (Gv 20, 16)
5. Rabbunì, Maestro mio (Gv 20, 16)
6. abbracciato da Maria (Gv 20, 17)
7. che ci chiama fratelli (Gv 20, 18)
8. che dona a noi il suo Padre e il suo Dio (Gv 20, 17)
9. che affida a Maria l’annuncio della sua resurrezione (Gv 20, 17-18)
10. che ci attende in Galilea per iniziare un nuovo cammino con noi (Mt 20, 7)
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