mercoledì 22 dicembre 2021

Auguri: di cosa?

 


Arrivano gli auguri di Natale. Via email, WhatsApp, per telefono… Perfino qualche raro biglietto via posta normale, sopravvivenza d’altri tempi… Sempre graditissimi, sempre segno di affetto, di un ricordo, anche quando non sono proprio personali.

A volte però mi dispiace vedermi arrivare auguri cumulativi, in serie, oppure col copia e incolla, con un allegato anonimo. Sembrano fatti perché si devono fare. Sicuramente dietro c’è un gesto d’amore, ma non sempre si vede e rimangono freddi, non dicono nulla.

Un augurio è sempre un incontro, un a tu per tu che ravviva un’amicizia, un legame, o lo invoca. Non una formalità, ma un appuntamento desiderato e gioioso.

Sembra che la parola “auguri” rimandi alle previsioni del futuro che si facevano in base al volo degli uccelli. A me piace un’altra interpretazione etimologica, meno accreditata ma più gentile, che la fa derivare dal verbo latino augère = crescere, abbondare, prosperare.

Cosa ti auguro quando faccio un augurio? Che tu cresca! Non è bello?

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