«Tutta
bella sei, Maria e la macchia originale non è in te». Più che dal dogma, lasciamoci
rapire dalla bellezza. L’asserto della fede: «è vero», cede il primato
all’esclamazione della sorpresa: «è bello!». Anche l’imperativo morale: «essere
santi come Maria, la tutta santa», verrà dopo, conseguenza dell’aver contemplato
la sua bellezza.
«Che
bello!», è l’esclamazione che fiorisce spontanea quando vediamo un tramonto, un
cielo stellato, il gioco o il sonno di un bambino, ma anche quando ascoltiamo
parole di sapienza che sentiamo vere o quando seguiamo lo svolgimento logico di
una formula matematica o sentiamo narrare gesta piccole e grandi di virtù. La
bellezza del vero e del bene attrae, prende, coinvolge. Senza bellezza il vero
e il bene apparirebbero quasi estranei, imposti. Anche dopo che Dio ebbe creato
il cielo e la terra e tutto ciò che vive in essa, gli uscì di bocca
l’esclamazione: «Che bello!»: vide che tutto era bello, molto bello.
Ma
il suo capolavoro è Maria. Egli non ha creato soltanto un paradiso per noi; se
n’è creato uno anche per sé: Maria, cielo che lo contiene, la tutta bella, «tutta
splendore». Voleva venire tra noi, ma come avremmo potuto accogliere Dio e
fargli casa? Egli infinitamente grande può stare nel nostro infinitamente piccolo?
«I cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere », come avremmo potuto
contenerlo noi? Egli, il Santo, tra noi peccatori? «Allontanati da me, Signore,
perché sono un peccatore », «non son degno che tu entri sotto il mio tetto».
Non potevamo accoglierlo, non poteva entrare in casa da noi. L’umanità e
l’intero creato erano troppo angusti e inadeguati.
Finché
arriva Maria, finalmente capace di accogliere Dio, pienamente, totalmente. In lei
l’amore, unico contenitore capace di Dio, è rimasto intatto: «Le acque potenti
non potettero spegnere l’amore, né le fiumane travolgerlo». Non certo per
merito suo, ma grazie al Figlio che l’ha salvata dal peccato, grazie all’amore
di tutta intera la Trinità che l’ha creato infinita – tutta amore, come solo
l’amore sa essere infinito –, così da poter abitare in lei. Ora il Verbo può
farsi carne e venire a stare in mezzo a noi: ha trovato casa, c’è chi può
accoglierlo adeguatamente, egli che è Dio. In Maria Immacolata l’umanità e tutto
il creato siamo capaci di Dio.
Oggi la nostra comunità di via Aurelia si è trovata insieme per celebrare la festa dell’Immacolata, “Madre e Regina” della nostra Congregazione. Abbiamo ricordato i 10 giovani indiani che oggi hanno pronunciato i voti perpetui, i brasiliani e i vietnamiti che sono ordinati diaconi e sacerdoti… Maria continua a coltivare la sua famiglia!
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