In mezzo al duplice messaggio di Paolo di questa domenica: “Siate lieti… ve lo ripeto, siate lieti”, c’è un altro suo invito: “La vostra amabilità sia nota a tutti”.
Il termine amabilità
(in greco tò epieikés) comprende uno spettro semantico abbastanza esteso.
Ha in sé l’idea della magnanimità, generosità, cortesia, mitezza, clemenza,
amabilità, comprensione, mansuetudine, arrendevolezza, accondiscendenza,
tolleranza.
All’estremo opposto
stanno i concetti contrari di grettezza spirituale e intellettuale, ristrettezza
di mente, piccolezza d’animo, ottusità, pignoleria, meschinità, adesione cieca
ai valori astratti di principio, che conduce alla pratica incapacità di comprendere
il punto di vista altrui.
La gioia che si ha
dentro deve trasparire fuori e trasformarsi in amabilità. Papa Francesco ripete che un cristiano triste è un triste
cristiano. Non basta essere nella gioia, occorrerebbe infondere gioia attorno. Non
basta amare, si dovrebbe arrivare a diventare amabili, desiderabili. Amare al
punto che l’altro senta simpatia verso chi lo ama. Che brutto essere odiosi,
scostanti, antipatici. Che bello quando una persona è ricercata perché
accogliente, perché in sua compagnia si sta bene… E' il primo passo verso l'evangelizzazione, che si fa proprio grazie alla testimonianza, per attrazione.
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