La terza domenica di Avvento
viene chiamata “Gaudete” dall’antifona dell’ingresso della Messa: “Rallegratevi
sempre nel Signore, ve lo ripeto: rallegratevi”. Parole della lettera di Paolo ai
Filippesi che poi leggiamo durante la messa. Il tema della gioia nella lettera ai
Filippesi è insistente, ritorna 5 volte come sostantivo (1, 4.25; 2,
2.29; 4, 1) e 7 volte come verbo (1, 18; 2, 17.18.28; 3, 1; 4, 4.10). Eppure a parlare
è un uomo incarcerato e si rivolge a una comunità che presenta al suo interno delle crepe!
Il grande Romano Penna
commenta: «la gioia è sottintesa come un fattore importante non soltanto per un
individuale equilibrio interiore quanto soprattutto per l’armonia interna alla comunità
nel suo insieme, quale motivo di superamento sia delle immancabili sofferenze sia
delle più minute meschinità quotidiane, e quindi anche come salutare antidoto a
eventuali dissapori vicendevoli».
Papa Francesco non è da
meno di Paolo. Dà come titolo alla sua “prima” esortazione apostolica: Evangelii
gaudium, ed esordisce con queste parole: «La
gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano
con Gesù». La gioia cristiana non è frutto di incoscienza o superficialità, ma dell’incontro
con Gesù. Si può essere nella prova, nel dolore, nella disperazione… e proprio in
queste situazioni Gesù si fa prossimo e salva. «Coloro che si lasciano salvare da
Lui – continua il Papa nelle prime righe del suo scritto – sono liberati dal peccato,
dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce
e rinasce la gioia».
Un’altra esortazione apostolica di papa Francesca è intonata ancora alla gioia: Gaudete et exultate. Vi si legge: «Essere cristiani è “gioia nello Spirito Santo" (Rm 14,17), perché “all’amore di carità segue necessariamente la gioia. Poiché chi ama gode sempre dell’unione con l’amato […]. Per cui alla carità segue la gioia” (San Tommaso d’Aquino). (…) Se lasciamo che il Signore ci faccia uscire dal nostro guscio e ci cambi la vita, allora potremo realizzare ciò che chiedeva san Paolo: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti” (Fil 4,4)» (n. 122).
Lasciarsi amare e “uscire dal guscio” per amare: questa l’origine e la causa della gioia cristiana.
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