Su l'ultimo numero di Città Nuova è stato pubblicato l'editoriale che mi era stato chiesto:
Sì, purtroppo le vacanze sono finite. Non tutti hanno avuto
la possibilità di un periodo prolungato al mare, in montagna, di un viaggio
all’estero, ma tutti hanno avuto modo di distanziarsi un po’ dal solito lavoro
quotidiano, magari andando in piscina in città o strappando qualche giorno di
gita sulle colline vicine. Personalmente ho avuto la ventura di uno
straordinario inatteso viaggio nello Sri Lanka. Per lavoro, ma questo non mi ha
impedito di godere di una natura d’incanto, del contatto pur veloce con siti
archeologici che mi hanno riportato indietro di 2500 anni, con scene di vita di
una cultura lontanissima dalla mia. Ma anche di costatare da vicino le rovine e
i drammi lasciati da 30 anni di una guerra appena terminata, poco conosciuta ma
non meno crudele.
Siamo tutti tornati al lavoro di ogni giorno, al ritmo
spesso ripetitivo delle solite cose, forse reso ancora più monotono dal riaffiorare
di quel senso di libertà, di spensieratezza e di evasione che ogni vacanza
porta con sé. Per gli studenti riappare l’orizzonte ristretto della classe, dei
libri, dei professori, così contrastante con quello sconfinato e un po’ euforico
delle compagnie del mare. È come avessimo vissuto in qualche modo in quel “virtuale”
che possiamo costruire secondo i nostri gusti e d’improvviso ci ritroviamo nel “reale”
così come ci viene offerto dalla vita, spesso senza possibilità di scelta o vie
di fuga.
Purtroppo. O non potrebbe essere un’opportunità? Potremmo
provare a scoprire angoli inesplorati del nostro vivere quotidiano, a guardare
con occhi nuovi le persone di sempre. Non starà anche qui il segreto per
contribuire a risolvere i problemi che ritroviamo immancabilmente nel “mondo
reale” e che continuano ad assalirci, sempre i soliti, sempre più grandi noi:
politica, finanza, lavoro, sicurezza, etica sociale…, davanti ai quali si sentiamo dei nani? Il
reale potrebbe rivelarsi più affascinante e provocante del virtuale. Ognuno
torna al proprio “posto di combattimento”, con grinta, con convinzione, con
fiducia, per affrontare la battaglia per una società più vera, più umana. Che
bello poter ricominciare!
Nessun commento:
Posta un commento