L’Arcivescovo Giovanni Angelo
Becciu, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato del
Vaticano, racconta perché Papa
Francesco andrà in Sardegna al santuario di Bonaria il 22 settembre.
Un giorno, il Santo Padre mi spiegò come Buenos Aires (Bonaria), la
capitale dell’Argentina, dovesse il suo nome all’approdo in quel lido di un
gruppo di marinai sardi che, nel 1580, suggerirono o imposero all’esploratore
spagnolo Juan de Garay di dare alla nascente città il nome del santuario di
Cagliari, Nostra Signora di Bonaria. Al vedere l’interesse del Papa verso quel
santuario e sapendo che nell’immediato non sarebbe ritornato in Argentina, mi
venne spontaneo dirgli: perché non si consola andando a fare visita alla vicina
“Buenos Aires” della Sardegna? La mia voleva essere una semplice battuta. Pochi
giorni dopo arrivò l’annuncio del suo viaggio a Cagliari!
Si racconta che il 25 marzo 1370 una nave, proveniente dalla Catalogna,
si trovò in difficoltà al largo di Cagliari per via di una violenta e
improvvisa tempesta e che per non affondare si alleggerì gettando il suo carico
in mare, tra cui una cassa ingombrante. Appena questa toccò l’acqua, la
tempesta si placò e la cassa arrivò placida sulla spiaggia cagliaritana. I
frati del convento mercedario, sito sul colle di Bonaria prospiciente la
spiaggia, aprirono la cassa e trovarono all’interno una grande statua in legno
di carrubo della Vergine Maria che teneva con una mano in braccio il Bambino
Gesù e nell’altra una candela accesa. La Madonna, raffigurata nella statua,
prese quindi il nome di Nostra Signora di Bonaria, dal luogo in cui venne
rinvenuta.
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