mercoledì 4 settembre 2013

Le parole della preghiera / 1

La preghiera di apa Pafnunzio era quella di ogni monaco. Recitava a memoria i salmi, l’antica preghiera d’Israele che Gesù aveva fatto propria. Scivolavano quieti sulle sue labbra come l’acqua sui greti limpidi. Spesso si arrestava su una parola o sull’altra, soprattutto quando lo scorrere del salmo gli conduceva immagini dell’amore misericordioso di Dio, della sua costante presenza nella vita dell’uomo:
Tu sei sempre con me
Come padre mi prendi per la mano destra
Mi fai camminare accanto a te
Dio grande e misericordioso
Lento all’ira e grande nell’amore…
Alle volte lasciava che gli affiorassero dal cuore, come polla d’acqua fresca, parole di Vangelo che lo saziavano più del pane.
Spesso rimaneva in silenzio, senza parole alcuna, godendo della sola presenza.
Ma quando il cammino della preghiera si inceppava e l’anima si ritrovava come smarrita, ricorreva ad una tecnica semplice che apa Giovanni gli aveva insegnato al principio della sua vita solitaria.
Aveva in serbo cinque parole, come i cinque sassi nella bisaccia di David, pronti a essere lanciati verso Dio.
Iniziava con la prima parola: Ti adoro. E subito estraeva dal suo tesoro nascosto la confessione di Tommaso: Signore mio e Dio mio.
Spesso gli bastava. La ripeteva lentamente. Si sentiva invaso dalla lue. Non aveva bisogno di toccare il foro dei chiodi e quello della lancia. Credeva semplicemente: Signore mio e Dio mio. Era la sua adorazione.
Altre volte l’adorazione si dilatava all’apparire di un’altra parola del Vangelo: Tu sei il Santo di Dio. E il Santo di Dio lo conduceva al Padre Santo con il quale vive nell’unità dello Spirito Santo. Sì, Dio è il Tre volte Santo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo…
Non aveva bisogno di toccare; credeva, e nel credere la sua adorazione.
Ricordava tuttavia che questa parola, adorare, aveva a che fare con il bacio. Adorare non significava portare la bocca al dio per baciarlo?
L’adorazione di apa Pafnunzio sfociava allora nel mare infino dell’amore, con il bacio e l’abbraccio al suo Dio e del suo Dio.

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