mercoledì 11 settembre 2013

Le parole della preghiera / 7


Adesso che si era coalizzato con il cielo, apa Pafnunzio poteva entrare nella preghiera, in così grande compagnia.
Non ancora. Dopo essere salito nel più alto del cielo, prima di affrontare la preghiera doveva posare il suo sguardo attorno, fino agli estremi confini della terra. Non poteva adorare, amare, ringrazio, chiedere perdono, intercedere, senza farsi voce di ogni creatura, inanimata e animata.
Avevano stelle e alberi, animali e fiumi avere una voce segreta per adorare e ringraziare il loro Creatore? Forse sì, ma apa Pafnunzio voleva ugualmente unirli a sé nella preghiera.
Sapevano i peccatori domandare perdono? Sapevano chiedere i disperati e i bisognosi? Sapevano dire a Dio Ti amo quanti si erano abbrutiti nel vizio o erano schiavi delle ricchezze e del potere? Apa Pafnunzio non voleva lasciarli soli; voleva portarli con sé nella sua preghiera.
Le sue cinque parole erano sempre rivolte a nome di… e ogni giorno portava a Dio il mondo intero.


2 commenti:

  1. Nel salterio leggiamo alle lodi mattutine il cantico di Daniele:BENEDITE OPERE TUTTE ...e si chiamano a benedire anche eventi atmosferici che ci fanno soffrire ,come il gelo ,il ghiaccio e il caldo ecc. Tutto il creato può elevare la sua lode attraverso la bocca dell'uomo.In questo canto sentiamo la maestà dell'uomo.

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  2. Intrattenersi con loro, conversare… L’avevo fatto, qualche rara volta, con i miei lassù. Ne erano scaturiti dei componenti poetici che poi avevo condiviso con i parenti. Ma non pensavo si potesse entrare normalmente “in così grande compagnia”… Apa Pafnunzio continua a farmi scuola. Dunque c’è un fondamento teologico… Che sia la risposta di Maria, a cui chiedo ogni giorno la comunione con i nostri? Che sia la condizione, quel salire "nel più alto del cielo", per “farsi voce di ogni creatura”?

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