martedì 10 settembre 2013

Le parole della preghiera / 6


Nell’estrarre dalla sua bisaccia le parole della preghiera, apa Pafnunzio ripeteva l’abituale viaggio che lo conduceva prima in alto, poi lo dilatava fino agli estremi confini della terra. Saliva in alto e chiedeva di entrare nella Gerusalemme del cielo per incontrare angeli e santi e i tanti che aveva conosciuto e che lo avevano preceduto nel ritorno a casa. Si sedeva a conversare con i genitori, con gli anziani che aveva incontrato nel suo itinerario nel deserto e con i quali aveva condiviso la solitudine, con i vecchi del villaggio che sapeva avevano lasciato la terra. Ormai si era popolata di amici la casa di lassù. Dopo essersi intrattenuto con loro li invitava ad unirsi alla sua preghiera. Altrimenti sarebbe stata troppo povera e troppo debole. Loro che stavano al cospetto dell’Altissimo sapevano come adorare, amare, ringrazio, chiedere perdono, intercedere. Si riservava per ultimo l’incontro con la Madre, la Regina del cielo.  Adesso che si era coalizzato con il cielo, poteva entrare nella preghiera, in così grande compagnia.

1 commento:

  1. Sono certa che ognuno di noi ha conosciuto persone che sono vissute nella luce di Dio e ora sono in adorazione davanti a Lui .La nostra vita è già con loro in preghiera al cospetto di Dio .La mia delegata aspiranti di A.C. mi sta accompagnando da più di 50 anni nella mia esistenza e spesso la invoco .Si chiama Francesca ,se volete anche voi invocarla. Buona giornata da Pierangela

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