Dallo spirito cristocentrico-mariano della spiritualità, Padre Gaetano Liuzzo vedeva svilupparsi le grandi aspirazioni del Redentore e della Corredentrice: la più accesa, universale carità e lo zelo di fuoco per tutte le anime, secondo il testamento che sant’Eugenio de Mazenod ha lasciato ai suoi figli sul letto di morte: “Praticate fra voi la carità, la carità, la carità e, all’esterno, lo zelo per le anime”.
Carità, carità, carità... “La carità è il volto specifico delle nostre comunità religiose… che colpisce quanti vi entrano per la prima volta… Per la Regola la carità è il dolce vincolo dell’Istituto, è catena d’oro che deve fortemente e deliziosamente avvincere tutti i confratelli pur nelle immancabili diversità di nature e di caratteri e che deve fare di tutti una sola famiglia… Carità intima e profonda, dunque, ricca di sfumature delicate, e protesa ogn’ora a creare e conservare l’armonia delle intelligenze, la fusione dei cuori, l’unione delle volontà e, più ancora, a far di tutti ‘un sol cuore ed un’anima sola’… La carità quindi, virtù divina e attraente – amato riflesso della santa passione filiale per Cristo e per Maria – è sintesi dello spirito oblato. Ed è splendida arma di santità e di conquista missionaria”.
Nessun commento:
Posta un commento