Il messaggio del Vangelo di questa domenica è chiaro: i due apostoli, Giacomo e Giovanni, non hanno compreso niente. Gesù per ben tre volte ha detto apertamente che sta andando a Gerusalemme dove lo aspetta la passione e morte e loro due coltivano sogni di gloria.
Forse, con un po’ di fantasia, si potrebbe leggere in
modo diverso la richiesta dei due. Forse non hanno chiesto di stare uno alla
destra e uno alla sinistra nel senso di diventare ministri dell’interno e degli
esteri. Forse hanno semplicemente espresso il desiderio di stare vicino a Gesù
per sempre.
Egli li aveva portato con sé quando era andato a
risuscitare la figlia di Giairo e avevano visto la sua potenza. Li aveva
portati con sé sul monte e nella trasfigurazione avevano visto la sua gloria.
Non era normale che volessero continuare a stare vicino a Gesù? Non aveva detto
Pietro, anche a nome loro, “Facciamo qui tre capanne” e rimaniamo sempre
avvolti da tanta luce e da tanta bellezza? Se uno sbaglio hanno fatto è che
vogliono Gesù tutto per loro…
Non sarà molto dissimile la domanda del buon ladrone: “Gesù,
ricordati di me quando sarai nel tuo Regno”, anche se molto più umile e
fiduciosa, senza la presunzione dei due apostoli.
Ma per entrare nel Regno, in un posto qualsiasi come
chiede in buon ladrone, o in prima fila come chiedono i due apostoli, occorre
condividere il “calice” di Gesù. Il buon ladrone lo sta già facendo sulla croce.
I due… intanto Gesù se li porta con sé nell’orto degli ulivi e li rende
partecipi della sua preghiera: “Padre, allontana da me questo calice… non la
mia, ma la tua volontà sia fatta”. Poi anche loro daranno la vita per Gesù e
per il Vangelo.
Lo so che dal punto di vista esegetico il discorso non
quadra molto, ma chissà se anche noi, con un po’ di temerarietà, non possiamo
chiedere a Gesù che ci porti con sé nel suo regno e che ci faccia la grazia di
condividere il suo calice e il suo battesimo.
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