“Parimenti faccio voto di perseverare fino alla morte nel
santo Istituto…”.
Perseverare: non è la corsa dei
100 metri con scatto veloce, ma il camminare sicuro e costante del maratoneta, che
si misura sulle lunghe distanze. Nella sua etimologia c’è un per, che
significa “a lungo”, e un severus, che significa “rigoroso”: è una
decisione che deve essere lucida e ben ponderata, alla quale occorre essere coerenti,
perché dobbiamo andare lontano.
Lontano quanto? Fino alla morte! Suona diversamente
dal “per tutta la vita”. È la stessa cosa, ma qui c’è il senso della morte, quasi
a dire che occorre andare avanti costi quello che costi. Non si scherza… eppure
è una scelta gioiosa! Che bello dedicarsi per qualcosa per cui vale la pena
vivere… e morire, perseverando con fermo rigore.
Come si è visto dalla ripetuta foto della quercia
che campeggia davanti al Centro Internazionale di spiritualità “Claritas”,
questi giorni sono stato a Loppiano per dare un corso di teologia spirituale a
24 giovani focolarini e focolarine in formazione: un’esperienza entusiasmante e
arricchente…
Grazie Fabio per questo momento con te. Sei grande. 😊😊😊
RispondiEliminaGrazie padre Fabio! È stato tanto arrichente anche per noi... E adesso sappiamo che hai un blog! 👍 Cammino alla santità, un giorno alla volta. 1!
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