Dopo aver visitato Teresa ad Avila, Josè Damián accompagnò Chiara a Segovia da Giovanni della Croce. Anche lì, sul libro d’oro, ella lasciò il suo saluto al santo, mostrando lo stesso profondo rapporto che la legava con lui come con Teresa:
5.XII.02
San Giovanni della Croce, eccoci qua, alcuni dirigenti dell’Opera di Maria, a
venerarti dove sei ancora così presente!
Grazie di quello che hai fatto per noi durante tutta la nostra storia.
Quanta luce! Quanto incoraggiamento a continuare la nostra strada dietro a Gesù
Abbandonato, che tu pure hai conosciuto!
Continua ad aiutarci col tuo carisma e noi così potremmo un giorno incontrarti
in Paradiso!
Per tutti
Chiara
Se con Teresa di Gesù ha condiviso l’appello alla santità,
l’orazione e il cammino del Castello, con Giovanni della Croce ha condiviso il mistero
di Gesù Abbandonato e del “nada”.
E questi sono soltanto due dei numerosi “incontri” con i
santi, percepiti come veri fratelli e sorelle. Nella sua visione di fede in Cristo,
lo stesso ieri oggi e sempre, tutti i santi, di ogni tempo, sono contemporanei
e cielo e terra si aprono ad una comunione attuale. «Occorre aver sempre questa
visione della vita: i vivi ed i morti sempre ugualmente presenti in un amplesso
di carità realmente cristiana. Quale forza, quale coraggio star, viver,
lavorare sempre con la presenza dei nostri grandi santi d'Occidente e
d'Oriente. Occorre risuscitarli nel nostro animo perché stiano in vedetta e
aiutino tutti e ciascuno nel comporre l'Opera che egli ci ha affidato».
I santi Chiara li ha sempre sentiti vicini, come degli
amici che il Signore le ha messo accanto. «Ogni tanto - annota nel suo diario -
Dio ci fa incontrare un santo, specializzato in un dato aspetto della vita
cristiana, per aiutarci e sottolinearci con un'altra luce la vita che l'Eterno
ha pensato per noi».
Con loro si è confrontata costantemente, in un rapporto
che potremmo definire d'amore vicendevole. I santi, con la loro esperienza di
Dio, aiutano il Movimento nascente e il Movimento, in cambio, mette in luce e
valorizza le opere dei santi. «Via via sembra [che i santi] si siano accostati
alla nostra Opera per incoraggiarla, illuminarla, aiutarla». Da una parte il
rapporto con i santi conferma certi aspetti della vita dell'Opera di Maria. Si
scopre infatti quanto sono simili le strade che portano a Dio e che in fondo
«tutte le opere di Dio sono condotte in maniera uguale». Dall'altra il
confronto con la vita e le opere dei santi mostra l'originalità della propria opera.
Nello stesso tempo, proprio perché l’amore è reciproco, Chiara gioisce nell’intuire «il compito, la missione, il disegno che Dio ha pensato su di essi», i santi. Un’autentica comunione, espressione dell’unità della Chiesa dei “santi”.
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