Sono dovuto arrivare a 70 anni per coronare il sogno
di partecipare alla festa dell’Assunta a Santa Maria a Vico. Ho visto finalmente
“scendere” la statua millenaria della Madonna custodita nella sua splendida
cappella, chiusa da una artistica cancellata. Un’operazione complessa,
considerato il notevole peso della statua, a cui è deputato un gruppo di uomini
esperti: una autentica liturgia seguita con attenzione e apprensione da una
folla di fedeli. Al termine, la tensione dei presenti si scioglie in un potente
applauso. Nel presbiterio il parroco, p. Nicola, la incorona, quindi viene issata
sull’altare preparato per l’occasione.
Dal primo mattino i pellegrinaggi si presentano alla
porta del santuario. Sono venuti a piedi recitando il rosario. Terminano con la
Salve Regina ed entrano cantando. Nel pomeriggio è la volta del corteo storico,
con più di un centinaio di partecipanti rivestiti con i ricchi costumi della
corte degli Aragonesi, i cui re hanno costruito il santuario, ormai più di 500
anni fa. Giunto nella piazza antistante la basilica il cavallo del re si
inginocchia tre volte davanti alla piccola edicola, come aveva fatto 500 anni fa. Le
tradizioni si perpetuano. Il corteo entra quindi in chiesa e sfila davanti alla
Madonna seduta in trono, la vera Regina, davanti alla quasi di inchinano re e
regine.
Il giorno seguente passano davanti alla chiesa i carri
carichi dei prodotti della terra, dono a Maria.
Lei, l’Assunta, è là, nel suo santuario, a ricordare che ha anticipato ciò a cui tutti siamo destinati: entrare in Cielo interi, con il corpo, con il mondo nel quale siamo immersi e di cui siamo parte ed espressione. Tutto ciò che è umano acquista valore perché ha la vocazione al Cielo. Maria Assunta appare la nostra speranza, la speranza della politica, dell’arte, del lavoro, del patire, dei fallimenti e delle gioie. Tutto ha valore perché tutto può risorgere, essere trasfigurato, salire al Cielo come lei, rimanere per l’eternità. A Santa Maria a Vico il giorno dell’Assunta non c’è più distinzione tra “sacro” e “profano”: è la festa della Madonna! Ed ella è contenta nel vedersi circondata da tanti suoi figli.
A lei si innalza adesso un altro omaggio, che si
affianca a quelli di tutto il popolo. È un canto, un canto composto da p.
Nicola Parretta. Sì, perché il libro che ha appena scritto, In cammino con Maria, l'Assunta, è un canto d’amore a Maria. Un
canto con tante brevi strofe che ritraggono la Madre in tutte le sue
innumerevoli sfumature, seguendola nel suo cammino come delineato dai Vangeli.
Un cammino nel quale ella vuole essere accompagnata, per condividere con noi, ad
uno ad uno, i suoi misteri. Un cammino – quello da lei percorso – che ricalca quello di Gesù, fino a identificare la Madre col Figlio. Un cammino che, se
vissuto assieme a lei, porterà anche noi a identificarci prima con Maria poi,
come lei, con Gesù, fino… fino al momento nel quale anche noi saremo assunti in
cielo, ad occupare il posto che Gesù è andato a preparare per noi.
Un percorso semplice e graduale, quello che p. Nicola
ci propone. Un percorso nel quale Maria ci prende per mano, proprio come una
mamma, per condurci, passo dopo passo, alla meta.
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