Parola a rischio di
fraintendimenti. “Popolare” indica sovente le classi sociali meno elevate, socialmente e
culturalmente svantaggiate, oppure qualità di poco valore. “Populismo” richiama
un atteggiamento politico che tende a manipolare per propri interessi. Il
termine “popolo”, ricco di valori antropologici, civili, spirituali è svilito.
Sulla bocca di papa Francesco riacquista il senso della tradizione biblica e
teologica.
Il “cammino sinodale”, chiesto a tutta la
Chiesa, non potrà essere percorso se non individuiamo chiaramente il soggetto
di tale cammino: l’intero “popolo di Dio”, che non è sinonimo – altro
fraintendimento – di laici. Esso è composto da tutti i diversi soggetti
ecclesiali, dal Papa ai laici, tutti “fedeli” per il battesimo e la
partecipazione al sacerdozio comune. Soltanto così si può instaurare una
“comunione” autentica, con relazioni orizzontali, davvero fraterne, che superi una
visione di Chiesa piramidale.
«Avete sperimentato
– rilevava il Papa parlando ai giovani italiani riuniti al Circo Massimo a Roma
– quanto costa fatica accogliere il fratello o la sorella che mi sta accanto,
ma anche quanta gioia può darmi la sua presenza se la ricevo nella mia vita
senza pregiudizi e chiusure. Camminare soli permette di essere svincolati da
tutto, forse più veloci, ma camminare insieme ci fa diventare un popolo,
il popolo di Dio. Il popolo di Dio che ci dà sicurezza, la sicurezza
dell’appartenenza al popolo di Dio… E col popolo di Dio ti senti sicuro, nel
popolo di Dio, nella tua appartenenza al popolo di Dio hai identità. Dice un
proverbio africano: “Se vuoi andare veloce, corri da solo. Se vuoi andare
lontano, vai insieme a qualcuno”» (11 agosto 2018).
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