Il clavicembalo mi è sempre suonato metallico, freddo e monotono. Per questo non sono mai ascoltato dal vivo a un concerto di questo strumento. Se oggi vi sono andato è stato soltanto grazie ad un inganno: all’appuntamento non c’era l’organo né il maestro Romano Faldi, come da programma, ma un clavicembalo e la maestra Chiara Cirri.
A
rimediare alla delusione c’era innanzitutto la chiesa nella quale si teneva il
concerto, che vale più d’ogni concerto: una delle tanti pievi medievali di cui
è ricca la piana; una delle tanti, eppure un autentico gioiello del XI secolo.
Ma
soprattutto l’ascolto dal vivo dello strumento – per me appunto era la prima
volta – me lo ha riscattato. La sonorità si è rivelata purissima, il dettato
nitidissimo. La maestria e la passione di Chiara Cirri hanno fatto il testo.
Non ultima, naturalmente, la complicità di J.S. Bach, con le sue Inventiones.
Una
manciata soltanto gli ascoltatori, ma interamente presi e compresi dalla musica
sottile che da sola riempiva la chiesa. Anche san Sebastiano, nell’affresco di
fine Quattrocento di Girolamo Ristori, venuto alla luce recentemente, è rimasto
immobile per tutta l’esecuzione, in attento ascolto, incurante delle frecce che
gli venivano trafitte… Tanto può la musica!
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GRAZIE.
RispondiEliminaAnche stamani un dono stupendo questo flasch di concerto, mi ha dato il là per cominciare la giornata con il cuore in festa. Mi sento una previligiata per questi messaggi giornalieri di profonda meditazione da tante parti della terra, per lo più a me sconosciuti. Un profondo grazie con tutto il cuore.
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