La
mariapoli oggi ci lancia verso mete diverse. Scelgo Ardmore, tipico villaggio
di pescatori, nei dintorni di Dungarvan: la strada principale, le casette
colorate, alcune con gli antichi tetti di paglia, e soprattutto la passeggiata
sul sentiero che costeggia il promontorio, a picco sul mare. Una giornata di
sole, come mai avevo visto fino ad adesso in Irlanda (ma in casa i termosifoni restano
accesi!), una visione sul mare che allarga l’anima come si allarga l’orizzonte…
Soprattutto,
la scoperta di san Declan, che qui pretendono sia vissuto prima ancora dell’arrivo
di san Patrizio. All’inizio dell’itinerario pedestre che si snoda lungo il
promontorio, appaiono le vestigia del suo eremitaggio, della chiesa primitiva…
Cronologia e informazioni sono vaghe e contraddittorie. Rimane tuttavia la
testimonianza dell’antica vita monastica in Irlanda, che ha esercitato un
potente fattore di unificazione sociale, di pacificazione, di sicurezza civile,
oltre che di sostegno della fede.
Al
termine dell’itinerario un’altra testimonianza dell’antica fede irlandese, una
delle tante chiese a cielo aperto, con le mura silenziose, gli archi vuoti, i
bassorilievi appena leggibili. Quando con la Riforma protestante le chiese passarono
in mano alla Chiesa anglicana, molte furono abbandonate perché di fatto le
popolazioni attorno erano cattoliche e furono costrette a costruire altre
chiese. Ne ho viste ancora di queste chiese, durante le mie visite precedenti
in Irlanda: svuotate, senza che più vi risuoni una preghiera, sembrano invocare
una presenza di Dio più grande e più essenziale.
Mi
è parso di ravvisarvi un simbolo di quell’ateismo contemporaneo di cui questa
mattina ha parlato magistralmente in mariapoli il vescovo Brendan Leahy,
rifiuto di un Dio che non sia quello vero, il Dio di Gesù Cristo, verso il
quale tutti tendiamo, consapevoli o inconsapevoli, e al quale tutti
arriveremo.
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