martedì 2 luglio 2013

Il gatto contemplativo

Questi giorni ho visto fratel Frank con una bella macchina fotografica professionale. Gli ho mostrato la mia ultima foto, non proprio professionale, di un gatto che ho visto ieri alla finestra di una casa lungo la strada. C’è il riflesso sul vetro e anche l’inquadratura non è granché. Non importa, mi piaceva quel gatto pacifico che non si è minimamente scomposto mentre lo osservavo e lo fotografavo.
“Il gatto è il simbolo della contemplazione”, mi ha subito detto fratel Frank. “Sta a lungo immobile, sembra assente, eppure non è estraneo a quanto avviene attorno a lui. Appena percepisce un rumore muove appena un orecchio, e quando si rende conto che non c’è nessun pericolo, continua tranquillo senza lasciarsi distrarre. Osserva attentamente un gatto e vedrai che imparerai tante cose”.
“Perché la preghiera, ha poi continuato, non è mettersi in agitazione, dire tante cose… Entra nella tua stanza, dice Gesù, chiudi la porta e lì nel segreto stai alla presenza del Padre”.
Parlando con lui mi sono accorto che è un contemplativo. Ha lavorato come meccanico “quando le auto erano auto, divise in meccanica e impianto elettrico. Ora per fortuna sono in pensione, perché non saprei più mettere le mani su un motore, tutto è compiuterizzato”.

È in pensione ma non sta con le mani in mano. Prepara i bambini alla prima comunione e soprattutto segue le famiglie dei bambini con incontri e dialoghi, visita gli ammalati all’ospedale, incontra i poveri… “Preparo oggi quella che sarà la Chiesa di domani: piccole comunità, piccoli gruppi, cristiani che sono tali più per convinzione che per tradizione, più per scelta che per abitudine”.

1 commento:

  1. CARO PADRE FABIO:
    QUANTE PERLE DI SAGGEZZA...........
    GRAZIE ARRIVA AL CUORE.............
    OGNI GIORNO E' UN DONO CHE CI ARRIVA!!!
    GRAZIE.

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