Quando lo zio Eogan, abate del monastero di Kilnamanagh,
pensò di nominare al suo posto il nipote Kevin, il giovane scappò e si nascose in
una grotta nella “valle dei due laghi”, l’odierna Glendalough. Dopo anni di solitudine, scoperto
da un pastore, la sua fama cominciò ad attirare parecchi giovani.
Così nel 549 costruì un grande monastero con annessa una scuola e un intero
villaggio, che diresse per oltre 60 anni. Morì il 3 giugno 618 all’età di 120
anni e fu sepolto nella chiesa del monastero, che divenne uno dei quattro
luoghi principali per i pellegrinaggi in Irlanda. Oggi vi sono andato anch’io
in pellegrinaggio.
Basta uscire da
Dublino per trovarsi subito tra montagne brulle e silenziose, senza alcuna
abitazione, dalle infinite tonalità di verde, con prati di fiori bianchi
cotone, sotto il cielo che continua ad essere d’un azzurro intenso, come da
anni non si vedeva. Assieme a Dermot percorriamo l’antica strada militare, completamente
deserta. Per secoli, con asini e carretti, la gente veniva da lontano su queste
colline a tagliare la torba. Chissà come sarà stata la regione quanto era ricoperta
di foreste, tagliate per costruire le navi dell’Imparo britannico…
Nella valle due laghi
la natura cambia volto, la vegetazione è ricca, incantevole, con i laghi calmi
che rifrangono i colori del cielo. La valle stretta e lunga custodisce da 1500
anni il suo tesoro: le rovine dell’antico monastero, con la caratteristica
torre campanari rotonda, testimonianza di un austero passato ricco di santità.
Un’idea di quella
spiritualità la si può intuire leggendo i testi di un altro monaco irlandese di
quel periodo, san Colombano. Mi basta leggere poche parole della sua regola e di
sua preghiera:
“Ricordati
non di quello che sei, ma di quello che sarai; ciò che è non dura che un
istante; ciò che sarà è eterno”.
“Dégnati,
amato nostro Salvatore, di mostrarti a noi che bussiamo, perché, conoscendoti,
amiamo solo te, te solo desideriamo, a te solo pensiamo continuamente, e
meditiamo giorno e notte le tue parole.
Dégnati
di infonderci un amore così grande, quale si conviene a te che sei Dio e quale
meriti che ti sia reso, perché il tuo amore pervada tutto il nostro essere
interiore e ci faccia completamente tuoi.
In
questo modo non saremo capaci di amare altra cosa all'infuori di te, che sei
eterno, e la nostra carità non potrà essere estinta dalle molte acque di questo
cielo, di questa terra e di questo mare, come sta scritto: «Le grandi acque non
possono spegnere l'amore» (Ct 8, 7)”.
GRAZIE DI PORTARCI, CONDIVIDERE,ED ARRICCHIRCI CON QUESTI VIAGGI,E CONOSCERE QUESTI SANTI, CHE RENDONO BELLESSIMA LA NOSTRA FEDE!!!
RispondiEliminaUN'APPASSIONATA LETTRICE DI QUESTO BLOG.