Un Beato Angelico, un
Paolo Uccello, un Caravaggio, un Vermeer, un Picasso… Le sale della Galleria d’arte
di Dublino sono poche e piccole per questo le esposizioni sono molto limitate e
cambiano con frequenza. Un Beato Angelico e non 150 come nel Convento di san
Marco a Firenze; un Caravaggio e non una decina come quelli esposti nelle
chiese di Roma. Ma forse è il modo migliore per contemplare i capolavori della
pittura.
È quello che ho vissuto
questo pomeriggio, un momento di contemplazione. Mi sono fermato a lungo
davanti al bacio di Giuda dipinto da Caravaggio, fino a pochi anni fa ignorato nella
stanza da letto di un gesuita irlandese.
Non importa essere un
critico d’arte per trovarsi attratti da questo capolavoro, per vedere perfettamente
incorniciati i volti di Gesù e di Giuda dal mantello che discepolo che fugge e dal
braccio del soldato, per essere toccati dal dolore profondo di Gesù. Condivido l’attenzione
e forse la ricerca di senso del giovane che tiene la lanterna, nel tentativo di
capire quello che sta avvenendo, quello che passa soprattutto nell’animo d Gesù
totalmente abbandonato alla volontà del Padre, come aveva dichiarato pochi
momenti prima… Prendo in mano la sua lanterna per illuminare la scena, e inizia
la mia contemplazione. Ripenso alla famosa meditazione di Primo Mazzolari, Nostro fratello Giuda:
Gesù chiama "amico" Giuda:
questa
parola dice l'infinita tenerezza della carità del Signore.
Noi
possiamo tradire l'amicizia di Cristo,
Cristo
non tradisce mai noi, suoi amici! …
Davanti
ai suoi occhi, davanti al suo cuore
noi
siamo sempre gli amici del Signore…
Perché
la Pasqua è questa parola,
detta
a un povero Giuda come me,
detta
a dei poveri Giuda come voi.
Questa
è la gioia:
che
Cristo ci ama,
che
Cristo ci perdona,
che
Cristo non vuole che noi disperiamo.
Per
Lui, noi saremo sempre gli amici.
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