martedì 9 luglio 2013

Caravaggio e il bacio di Giuda alla National Gallery of Ireland

Un Beato Angelico, un Paolo Uccello, un Caravaggio, un Vermeer, un Picasso… Le sale della Galleria d’arte di Dublino sono poche e piccole per questo le esposizioni sono molto limitate e cambiano con frequenza. Un Beato Angelico e non 150 come nel Convento di san Marco a Firenze; un Caravaggio e non una decina come quelli esposti nelle chiese di Roma. Ma forse è il modo migliore per contemplare i capolavori della pittura.
È quello che ho vissuto questo pomeriggio, un momento di contemplazione. Mi sono fermato a lungo davanti al bacio di Giuda dipinto da Caravaggio, fino a pochi anni fa ignorato nella stanza da letto di un gesuita irlandese.
Non importa essere un critico d’arte per trovarsi attratti da questo capolavoro, per vedere perfettamente incorniciati i volti di Gesù e di Giuda dal mantello che discepolo che fugge e dal braccio del soldato, per essere toccati dal dolore profondo di Gesù. Condivido l’attenzione e forse la ricerca di senso del giovane che tiene la lanterna, nel tentativo di capire quello che sta avvenendo, quello che passa soprattutto nell’animo d Gesù totalmente abbandonato alla volontà del Padre, come aveva dichiarato pochi momenti prima… Prendo in mano la sua lanterna per illuminare la scena, e inizia la mia contemplazione. Ripenso alla famosa meditazione di Primo Mazzolari, Nostro fratello Giuda:
Gesù chiama "amico" Giuda:
questa parola dice l'infinita tenerezza della carità del Signore.
Noi possiamo tradire l'amicizia di Cristo,
Cristo non tradisce mai noi, suoi amici! …
Davanti ai suoi occhi, davanti al suo cuore
noi siamo sempre gli amici del Signore…
Perché la Pasqua è questa parola,
detta a un povero Giuda come me,
detta a dei poveri Giuda come voi.
Questa è la gioia:
che Cristo ci ama,
che Cristo ci perdona,
che Cristo non vuole che noi disperiamo.
Per Lui, noi saremo sempre gli amici.

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