lunedì 8 luglio 2013

Il papiro di Giovanni nella Chester Beatty Library

Come sarebbe stato contento apa Pfnunzio di venire con me oggi alla Chester Beatty Library di Dublino. Avrebbe trovato forse la prima testimonianza scritta delle parole di Gesù rivolte alla Madre: “Ecco tuo figlio”, e rivolte al discepolo amato: “Ecco tua madre”:
In una giornata di sole come oggi, che sembra si ripeta per tutta la settimana, una vera rarità in Irlanda, verrebbe la voglia di fermarsi nel giardino antistante la biblioteca, dove infatti le persone sono sdraiate sull’erba al sole, come fossero sulla spiaggia. È uno degli spazi più raccolti di Dublino, tra le scuderie, la torre dell’orologio e il Castello e l’edificio settecentesco che ospita la biblioteca. Sembra di essere fuori del tempo, in un paesaggio incantato.
Ma la biblioteca offre un ben altro paesaggio incantato, con altre rare bellezze, e con un viaggio nel tempo che parte dal 2700 avanti a Cristo ai nostri giorni. Non si può immaginare la ricchezza racchiusa in questa straordinaria biblioteca. Come avrà fatto il grande mecenate Alfred Chester Beatty, morto nel 1968, a raccogliere così tanti tesori dal Giappone all’Egitto? I libri dell’Asia, del mondo buddhista e del mondo musulmano, sono capolavori d’arte che non ci si stancherebbe di contemplare.
Naturalmente tutta la mia attenzione si è concentrata sui papiri dell’era cristiana: le prime testimonianze delle lettere di san Paolo, dei vangeli. Sono tra i più antichi documenti che l’antichità ci ha trasmesso. Fra tutti domina il frammento del Vangelo di Giovanni con le parole di Gesù rivolte dalla croce a Maria e al discepolo, un papiro datato attorno al 150-200, pochi anni dopo la composizione del Vangelo. Nessun altro testo letterario dell’antichità ha copie così vicine all’originale.

L’ho contemplato a lungo. Forse è stato copiato da uno dei membri della comunità di Giovanni che ha fatto proprio come Giovanni: “Quello che abbiamo contemplato e udito, lo trasmettiamo a voi”. La Parola continua la sua corsa nella storia.

Nessun commento:

Posta un commento