L’amore più grande è ciò che fa di Pietro il pastore a cui
Gesù affida il suo gregge. “Simone di Giovanni,
mi vuoi bene tu più di costoro?” gli chiede Gesù; “Certo,
Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. E Gesù di nuovo: “Pasci i miei agnelli”.
È questo il segno distintivo del papa. Eppure si è corso il rischio che altri
segni si sovrapponessero, a cominciare dalle scarpe rosse, diventate così
importanti che a Benedetto XVI, per mostrare che non è più papa, viene imposto
di non indossarle! Non le calza neppure il nuovo papa eppure è papa lo stesso.
Su queste pagine continuiamo
a parlare di papa Benedetto? Sì, perché ne sento parlare ovunque, nella metro,
in palestra, in piscina… “Ti piace il nuovo papa? Sì, tantissimo. È quello che
ci voleva”. Se ne parla con gioia, con “tenerezza” (parola che fa ormai parte
della recezione del suo linguaggio). In un momento dei più critici, quando la
Chiesa, a tappeto, sembrava aver perduto ogni credibilità, d’improvviso uno
squarcio di luce e di speranza: l’umanità di papa Francesco, che richiama
quella di Gesù che passa per le strade del suo tempo attorniato soltanto da
pescatori; un’umanità che riconquista alla Chiesa simpatia, fiducia, stima.
Per il nuovo papa sta
iniziando adesso il tempo delle scelte di governo, delle prese di posizioni
dottrinali, e tanti aspettano questo momento per capire le linee del nuovo
pontificato. Eppure le prime grandi scelte sono già state compiute. A
cominciare da quelle liturgiche, sempre meno “sacre cerimonie” e sempre più
celebrazione della cena del Signore. Stavamo scivolando in un pericoloso ritorno
del sacro e dell’apparenza barocca, anche nella figura di papa che pareva allontanarsi
dalla semplicità evangelica e dal cammino tracciato dal Concilio Vaticano II. È
stato lo stesso Benedetto XVI, con le storiche e coraggiose dimissioni, a “demitizzarla”.
Le sue ultime parole da papa, dal balcone di Castelgandolfo, sono state “Buona
notte”. Come meravigliarsi se papa Francesco inizia il suo ministero con un “Buona
sera”? Ha semplicemente ripreso gli ultimi segnali lasciati del suo
predecessore, verso una Chiesa più evangelica, testimone dell’amore più grande.
Abbiamo un papa che non si vergogna di essere un semplice uomo come tutti e ci conforta pensarlo così
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