Dedicato ai fondatori,
riporta tra l’altro la mia esperienza con il fondatore del mio Istituto, sant’Eugenio
de Mazenod.
Per una bizzarra
causalità l’articolo inizia senza la prima frase nella quale, originariamente,
così si leggeva:
La chiamata a seguire Gesù è la stessa per tutti,
continuazione di una storia iniziata sul lago di Galilea, quando Gesù, passando
su quelle rive e vedendo Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, rivolse loro l’invito:
“Venite dietro a me…”. È la stessa per tutti e nello stesso tempo diversa per
ognuno.
L’articolo poi continua:
Perché ho deciso di
seguirlo nella famiglia dei Missionari Oblati di Maria Immacolata? Non è facile
rispondere. Negli anni del ginnasio andò maturando, lentamente, il desiderio
della vita religiosa, che per me voleva dire semplicemente una vita interamente
donata a Dio. Non so come e da dove mi sia nato questo desiderio.
Contemporaneamente sentivo nascere l’appello alla missione, occasionato non
tanto da quanto sentivo raccontare dai vari missionari che avevo modo di incontrare,
quanto dall’esigenza sempre più profonda di donarmi agli altri. E infine l’attrattiva
per Maria... Non sapevo allora che queste tre realtà fossero racchiuse nel nome
stesso di Missionari Oblati di Maria Immacolata. Un libro su di loro,
regalatomi da una zia, fu l’occasione perché mi si aprisse davanti una concreta
via di risposta a quanto Dio mi stava mettendo in cuore. Andai a trovarli e fin
dal primo momento fui toccato dallo spirito di famiglia che vi regnava e dalla
semplicità di vita. Da allora gli Oblati sono diventati la mia famiglia. Ho
conosciuto loro prima del loro fondatore.
Per continuare la
lettura:
http://unitaecarismi.cittanuova.it/sommario2.php?NumRivista=6/2012&idSezione=27&idSito=3
La foto:
La foto:
Sant’Eugenio nell’interpretazione del pittore Gigino Falconi
Particolare del trittico “Luce della Croce”, Pescara, chiesa di sant’Andrea
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