La giornata inizia con la messa. Una cinquantina i presenti. Cantano come nei giorni di festa. Poi i saluti sulla piazza.
Visita alle scuole. Innanzitutto la materna, di fronte alla chiesa, con una novantina di bambini tutti raccolti in un’unica sala con tre maestre. Entriamo e li troviamo tutti silenziosi, seduti in bell’ordine…
Proseguiamo fino al liceo; le attrezzature sono al minimo, praticamente inesistenti, ma intanto c’è!
Camminiamo sotto un bel sole, circondati dal verde, sulle strade-sentiero di terra rossa. Ed eccoci alla scuola elementare: sei classe con duecentoquaranta alunni. Sono molto rinomate: in quarta già sanno leggere e scrivere! Però la struttura è al collasso e i maestri ricevono uno stipendio da miseria (anche se non lo ricevono da due mesi) eppure continuano l’insegnamento perché fortemente motivati: sono i loro figli! I contributi delle famiglie coprono un terzo delle spese e la missione è poverissima, al penultimo posto tra tutte le parrocchie della diocesi.
Scendiamo infine alla centrale idroelettrica, una delle opere d’arte di Celso. Purtroppo non funziona più perché è mancata la manutenzione e qualche pezzo è misteriosamente sparito. Presto verranno dalla Germania per rimetterla in funzione.
P. Michel fa miracoli. È solo, con uno scolastico in stage. La missione al momento non può sostenere un secondo Oblato. Ha una macchina ma è fuori uso, comunque si muove con una moto rossa fiammante e visita regolarmente le cinque missioni affidate alla parrocchia. Una è raggiungibile solo a piedi: due ore di andata e tre di ritorno per la salita ripidissima.
È arrivato dopo il Covid, ma soprattutto dopo la guerra che ha portato distruzioni, case incendiate, uccisioni, violenze d’ogni tipo. Tanti sono dovuti scappare e hanno lasciato il villaggio per sempre. Bisogna ricominciare tutto da capo. P. Michel ha iniziato a visitare famiglia per famiglia, a ricreare fiducia, a coinvolgere tutti il più possibile rendendo ognuno responsabile, dando fiducia… Adesso sono seicento le persone che hanno ripreso a frequentare la chiesa regolarmente.
Alla porta di casa molti bussano in continuazione, chi per una cosa chi per un’altra; non fosse altro che per chiedere di caricare il cellulare con l’elettricità che qui è assicurata dall’impianto dei pannelli solari.
A sera una signora viene per regalare un pollo a p. Celso. Tanti lo salutano: ha sposato i genitori, ha battezzato i figli, ha fatto questo, ha fatto quello… C’è un bel ricordo e una grande riconoscenza.
A sera si leva la nebbia e tutto sfuma lentamente. Si torna a casa, le ragazze con fasci di legna sulla testa, i ragazzi con una tanica d’acqua e bambini con una solo bottiglia… tutto rigorosamente sulla testa: sicuri che non casca. E scende il silenzio e il buio fitto e un gran senso di pace.
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