Già! Perché sono in Cameroun? Per colpa di Celso. Abbiamo fatto
il noviziato insieme, insieme la teologia, insieme l’ordinazione sacerdotale 50
anni fa. Ma lui è subito partito per il Cameroun a fare il missionario vero, me
mi ha lasciato a fare il signore a Roma.
Quando venni a trovarlo 40 anni fa scrivevo: “Missionari.
Una razza in estinzione? Guardo Celso… Non ha ancora quarant’anni, e ha già la
grinta dei grandi missionari d’altri tempi. Con il suo piede inchiodato
rigidamente alla caviglia (ricordo di avventure in montagna di quando eravamo
ventenni) percorre chilometri e chilometri su per le montagne e giù per le
foreste. Si dona a sempre nuovi villaggi e a nuove etnie, con una travolgente
passione per la gente, un amore integrale, che gli fa aprire strade, costruire
centrali elettriche e spezzare il pane della Parola di Dio. Qui a Nkongle ha
affratellato i due villaggi rivali rivelandosi per quello che il missionario è
chiamato ad essere: costruttore di pace e di unità. No, quella dei missionari
non è una razza in estinzione, almeno fino a quando ci saranno persone come
Celso”.
Celso ha fatto nascere la Chiesa tra queste montagne e
queste foreste. Prima non c’era. Ha convertito centinaia e centinaia di persone.
Ed ha storie straordinarie, alcune delle quali pubblicate – su mia richiesta
-nel bel libro I racconti di Fonjumetaw. Ha costruito anche chiese di
mattoni, la più grande 25 anni fa, inaugurata nientemeno che da Chiara Lubich
in visita da quelle parti. La vita sul campo ha minato seriamente la vita di p.
Celso, trasferito prima in Senegal, poi in Guinea Bissau dove vive attualmente.
Il parroco di Fonjumetaw, sempre un Oblato, lo ha
ripetutamente invitato ad andare a celebrare i 25 anni della grande chiesa. Per
l’occasione, gli diceva, festeggeremo anche i tuoi 50 anni di sacerdozio. Ma
ora Celso non si muove tanto facilmente, la salute non gli permette più di fare
il giramondo come invece faccio io.
Sono stato io a insistere: “Devi andare, sei il padre di tutto
quel popolo, ti aspettano…”. Non sono riuscito a convincerlo finché non gli ho
detto: “Se vengo con te, vai”. “Se vieni con me…”. È per questo che sono venuto
in Cameroun, per far festa con Celso e la sua gente…
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