Ho scritto tante volte che non c’è viaggio vero senza meta. Senza una meta non si parte neppure. Deve essere ben chiara, seducente per accendere il desiderio, far bruciare dall’ansia di raggiungerla, infondere il coraggio per affrontare i rischi che il cammino certamente implica.
L’aveva ben capito questo padre del deserto: «A un anziano
fu chiesto: “Come può un monaco pieno di zelo non restare scandalizzato quando
vede qualcuno ritornare nel mondo?”. Ed egli rispose: “Bisogna guardare i cani
che cacciano le lepri: uno di loro, avvistata la lepre, la insegue finché non l’abbia
raggiunta, senza lasciarsi trattenere da nulla; gli altri invece vedono
soltanto il cane che insegue e corrono con lui per un po’, poi ci ripensano e
tornano indietro. Solo quello che ha visto la lepre la insegue finché non l’abbia
raggiunta e nel perseguire la meta della sua corsa non si lascia trattenere da
quelli che sono tornati indietro, né si preoccupa dei precipizi, dei rovi o
delle spine. Così anche colui che cerca Cristo, fissando incessantemente la
croce, supera tutti gli ostacoli che incontra, finché non abbia raggiunto il
Crocifisso”».
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