martedì 29 aprile 2025

Il germogliare della fede lento e sostenuto

Ogni lunedì si formano piccoli gruppi nelle case per leggere insieme il vangelo della domenica successiva e per capire come viverlo. P. Michael mi porta a visitare alcune di queste micro comunità. Entriamo in una casa tipica, costruite con blocchi di creta. Al centro della stanza il fuoco. Quattro donne ci accolgono con calore. Domando qual è il frutto della loro condivisione sul vangelo: “Abbiamo capito che dobbiamo amare di più i nostri vicini”. Concrete queste condivisioni del Vangelo!

In un’altra casa c’è la famiglia di uno dei Fon che ha dato la terra per la missione. È morto qualche anno fa e rendo omaggio alla sua tomba accanto all’abitazione. Qua non è arrivata la legislazione napoleonica e i morti spesso si seppelliscono attorno alla casa; anche accanto alla prima chiesetta di Fonjumetaw ci sono dei tumoli di terra che mi vengono indicate come le sepolture di alcuni vicini.

Riprendiamo le visite alle missioni. Quando Celso venne qua nel 1976 c’erano sei stazioni missionarie, quando partì, 24 anni più tardi, erano già quarantadue; alcune di queste nel frattempo sono diventate parrocchie.

Le piste sono impossibili: buche, pietre, fango… Non abbiamo un fuoristrada o una trazione a quattro ruote; la macchina della missione è stata portata razziata durante la guerra. Quella che ci hanno prestato per questi giorni è un’auto comune, scassatissima (e vedendo queste strade si capisce perché); per fortuna la prima marcia è formidabile; ci vuole tutta la bravura e la forza fisica di p. Michael per affrontare il viaggio. Un tempo Celso era obbligato ad andare a cavallo.

Prima missione: Mmockmbie (dicono semplicemente Mambi), con la chiesa costruita da p. Celso. In questi anni la comunità è cresciuta e non lontano è stata costruita un’altra grande chiesa. Ci raggiunge il parroco, un nigeriano, con i catechisti del tempo di Celso. Che festa! Si vede che hanno condiviso tanti anni di lavoro insieme. 

Ci spostiamo alla parrocchia, dove ci attendono altre persone, che non immaginavano di poter vedere ancora il loro padre… Visitiamo il liceo, dove l’ultima classe sta preparando gli esami di maturità.


Il parroco offre il pranzo a tutti. Non mi è facile seguire i colloqui, ma si rievocano tanti episodi che hanno segnato la storia dell’evangelizzazione di queste diverse etnie. In ogni villaggio gli inizi sono stati difficili, poche persone si avvicinavano, poi la fede esplodeva come d’incanto e nasceva la Chiesa…  “è come quando mette nella terra un piccolo seme – mi spiega un anziano catechista –; all’inizio non si vede niente, ci vuole pazienza, fede, poi piano piano spunta un filino d’erba… Ora p. Celso viene a vedere come sono cresciute la piante seminate”.


Al ritorno un’altra chiesa costruita da p. Celso: Mendia. Ad attenderlo un altro vecchio catechista, con la gambe mezzo paralizzate: un altro momento di festa e di gioia.

La vita va avanti.






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