Cammino su queste piste di terra rossa e mi guardo attorno, stregato dal panorama, nuovo a ogni curva. Fa fresco e si alternano rapidamente pioggia, sole, vento… Ogni tanto una moto stracarica di persone e di cose. Qualche persona che va chissà dove…
Come gli altri villaggi di montagna anche Fonjumetaw è
composto da tante case sparse su una vasta area, nascoste nella boscaglia, in
mezzo alle piantagioni. Case rudimentali e compound più complessi, costruiti
con mattoni di argilla e coperti con lamiera. Attorno piantagioni di mais,
fagioli, casava, cocoyam, patate… Chi mi vede sale sulla strada, mi saluta…
Attorno tutto molto verde, con palme dei più vari tipi, eucalipti e molti altri
alberi tipici, che richiamano i nostri pruni, carpi… Circa 4.000 le persone,
ben mimetizzate.
Il centro del villaggio? Non c’è! Il tradizionale luogo d’incontro è il mercato che si tiene ogni otto giorni. Adesso però il luogo dove è sorta la missione, con la casa degli Oblati, la chiesa, il dispensario, la scuola materna, il liceo, è diventato un po’ il punto di riferimento. È considerato un luogo sicuro, per questo c’è anche la stazione delle moto-taxi. Sulla strada di notte si accende l’unico lampione con la luce. C’è un locale che richiama il bar e un paio di boutiques dove si può comunque bere birra. Da qui a chiamarlo “il centro”… anche perché qua non c’è l’idea del centro, neppure nelle città…
Ma oggi è domenica e mi immergo nella festa.
Tre quarti d’ora prima della messa le persone giungono alla
spicciolata. Scendono dalla strada principale, dove sorge la prima chiesa
costruita da Celso, giunge alla grande chiesa inaugurata 25 anni fa, entra, si
siede è rimane tranquilla in preghiera. Mi colpisce la varietà dei colori accesi
con cui le persone sono vestite a festa. Il coro è ben agguerrito e guida i
canti lungo tutta la messa.
Ed ecco la sorpresa: oggi ci sono due battesimi. Io battezzo
Michele, mentre Censo battezza Natale: dono di Dio, festa nella festa.
Dopo più di due ore tutti escono sulla piazza e si ritrovano
a parlare a crocchi, lentamente risalgono sulla strada principale, si soffermano
al “centro”…
Sì, è proprio festa!
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