Giovedì Santo
“Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla
fine” (Gv 13, 1). Sono le parole che danno il significato profondo al mistero
che stiamo celebrato oggi e in questi giorni. Soltanto l’amore spiega il perché
della passione morte e resurrezione di Gesù, quando l’amore raggiunge
l’estremo: li amò fino alla fine.
Oggi Gesù ci dona il comandamento dell’amore reciproco: è tutto suo e tutto nuovo, ha come modello e misura il suo amore: “amatevi come io ho vi ho amato”; e può essere attuato soltanto perché lui ci ha amato: “amatevi perché io vi ho amato” (così si può tradurre quel come). Questa sera è il momento di rinnovare tra di noi la volontà di amarci gli uni gli altri, come e perché Gesù ci ha amato, fino a dato la vita gli uni per gli altri.
Oggi Gesù ci dona l’Eucaristia. Non è anch’essa espressione del suo amare fino alla fine? Nel pane e nel vino l’amore di Gesù è totalmente donato, quasi materializzato, da farsi “cosa”, per poter essere visto, toccato, mangiato, ed essere con noi, in noi, noi. Questa sera ci nutriamo ancora una volta dell’Eucaristia per accogliere il suo amore estremo ed essere trasformati a nostra volta in amore e così poter vivere il comandamento dell’amore reciproco.
Oggi Gesù ci dona il sacerdozio: “Fate questo in memoria di me”. Nella lavanda dei piedi ai discepoli mostra il senso profondo del sacerdozio: un servizio d’amore. La vita stessa di Gesù è riassunta ed espressa in quel gesto: è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la vita per molti. Questo è il sacerdozio che vogliamo vivere: servire donando il vangelo, il perdono, l’Eucaristia.
Oggi Gesù prega per l’unità: amò fino alla fine per farci uno tra noi e con Dio. Questa sera, forti della preghiera di Gesù, dopo aver rinnovato l’amore reciproco tra di noi, dopo esserci lasciarti trasformare in Gesù da Gesù eucaristia, lasceremo che sia lui stesso a pregare in noi per l’unità.
L’amore di Gesù è “fino alla fine”. L’amore non è tale se non rimane fino all’ultimo. Col passare degli anni l’amore iniziale, pieno di entusiasmo, di generosità, di novità, conosce l’usura e rischia di raffreddarsi, di assuefarsi, di entrare nella routine, può giungere perfino al disamore. La vita continua come prima, ma lentamente si svuota, non c’è più la linfa che dà pienezza e gioia.
Gesù allora ci ripete: “Ve ne volete andare anche voi?”. “No – gli rispondiamo con Pietro – noi non ce ne andiamo, rimaniamo con te, sempre, perché tu solo hai parole di vita eterna” (cf. Gv 6, 68). Non si può amare di meno. L’amore, dopo aver amato, ama fino alla fine.
Merci Jésus, de nous aimer tant... Bon Triduum Pascal à nous tous.
RispondiEliminaGesù, la tua Passione è segno vivo di amore unitario, nel servizio dell'umanità che non muore.Aiutaci a seguirti ed amarti/ci sempre!!Amen
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