domenica 20 aprile 2025

Addis Abeba

Dopo aver attraversato l’Egitto sorvoliamo il Mar Rosso (blu come tutti i mari), l’Eritrea e finalmente l’Etiopia. Paesaggi desertici fin quando attorno ad Addis Abeba le colline verdeggiano. I villaggi, con le case dai tetti di lamiera, luccicano sotto il sole del mezzogiorno.

Addis Abeba: chi avrebbe mai pensato che sarei giunto fin qui… La compagnia aerea, considerata la lunga sosta in transito, mi offrire albergo e pasti. Così esco dall’aeroporto, poco frequentato, e entro in città. Fuori della strada principale, un cammino sterrato conduce all’albergo. Guardando la cartina mi accorgo che la cattedrale ortodossa del Salvatore del mondo è a due passi. Per uscire devo firmare un documento che declina ogni responsabilità da parte dell’albergo. Sono così per strada. Traffico inesistente. Tanti giovani strasciconi o sdraiati all’ombra dei muretti. Tutti salutano e chiedono qualche soldo. Sotto gli alberi i soliti ristori. La cattedrale è chiusa, ma diversi fedeli giungono alle porte, si inginocchiano, si prostrano e pregano.

Un tocco, un tocco soltanto, quanto basta per sentire che mi piacerebbe conoscere questa gente, gentilissima, che saluta, sorride… Alcuni ragazzi mi invitano a sedermi in un riparo lungo la strada, quattro assi e un sedile rivestito di cartone. Ci scambiamo i nomi, ma i loro per me sono troppo lunghi e troppo difficili da pronunciare. Io mi chiamo solo Fabio.

Un tocco, un tocco soltanto…

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