Dopo la messa una squadra di donne pulisce la chiesa e una
squadra di ragazzi la casa parrocchiale: sembra stiano partecipando a una
festa!
Continua la visita alle opere della missione: l’officina meccanica, la diga e la condotta per l’acqua… Tutto allo sfascio: la guerra, la mancanza di manutenzione… Celso non sembra impressionato come invece lo sono io; è abituato a vedere la decadenza delle opere costruite con tanti sacrifici e con l’apporto di tante persone venute come volontari dall’Italia.
Il centro medico, che
funziona soprattutto come maternità, è ancora aperto, ma visto con gli occhi di
un occidentale come me… In compenso p. Michel ha messo su l’allevamento di
polli, di maiali e presto di pesci. Si fa quel che si può.
Visita alla missione di Letia. Andiamo con l’auto che è
stata prestata alla missione per questi giorni, tenuta su con i chiodi… ma
intanto va avanti su e già per queste piste impossibili.
Celso racconta le storie di questa chiesetta e di questo
villaggio. C’è stata anche una contesa con i confinanti. Nella scuola del paese
il Fon – il capo – tenne il processo davanti a tutta la gente. Dopo aver
esaminato le carte e ascoltato i testimoni, il fon emise il verdetto a favore
di Celso. Grande battito di mani e grida di gioia da parte della gente. “Hai
vinto – dice il Fon – ma adesso devi acquistare una cassa di birra e dare da
bere a tutti”. Quello che aveva perduto la causa si alza: “Sono dispiaciuto di
aver perso la causa, ma prometto di dimenticare tutto e di non creare problemi
per il futuro, e anch’io offro una cassa di birra per tutti”.
Andiamo dunque al palazzo del Fon, che è morto da pochi
mesi. La moglie ci accoglie con grande festa. Visitiamo la tomba, dietro casa,
e ci intratteniamo un momento nella sala del trono. Ci congeda donandoci due
noci di cocco.
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