Ed eccoci alla quarta parola
per realizzare il sogno di Dio; una parola che dice la densità, l'intensità, la durata dell’amore.
È l’amore di chi avendo amato i suoi li amò fino in fondo, fino alla fine.
Appena Chiara sente dire che il
momento nel quale Gesù ha più patito, è quando grida, "Dio mio, perché mi hai
abbandonato", si rivolge alla compagna accanto a lei e le dice: "Allora noi
scegliamo Gesù nell'abbandono". Perché quello è il momento nel quale Gesù più
ama. In quel momento è l'amore estremo: non c'è amore più grande di questo,
dare la vita per gli amici.
La quarta parola non è una parola, è una Persona! Gesù Abbandonato (così come lo era l'amore vicendevole: Gesù in mezzo). L'amore non è un'idea, è una realtà seria, concreta, che domanda la vita: è Gesù, che entra nella nostra vita, in ogni nostro dolore e lo fa suo e lo redime e lo fa risorgere. Lo ha fatto quando era impotente, umiliato, povero, senza risorse…
Tra quelle ragazze dei rifugi antiaerei si sigilla un patto: “Io sono pronta a dare la vita per te, io per te, io per te…”. Ma se sei pronta a darmi la tua vita sei pronta a darmi anche il tuo scialle, i tuoi guanti, il tuo tempo, a darmi tutto…
L'amore è entrare nella vita
dell'altro, sentire i sentimenti dell'altro, “farsi uno”, riprendendo san Paolo:
“Mi sono fatto giudeo con i giudei, greco con i greci, ateo con gli atei…”. Mi
sono fatto ignorante con gli ignoranti, dubbioso con i dubbiosi…
Dunque: Andrò per il mondo cercandolo in ogni attimo della mia vita, nei miei dolori, in quelli delle anime accanto… Come Gesù: entrare in ogni divisione, in ogni negativo, in ogni tragedia umana, piccola o grande che sia, e condividere, pur nella nostra incapacità, e assumere, e patire, e vivere ogni situazione per farla risorgere.
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