mercoledì 19 marzo 2025

Quattro parole per realizzare il sogno di Dio / 3

Prima di passare alla terza parola, torniamo un attimo alla prima. Perché? Perché nel frattempo è partita per il Cielo Luciana Scalacci, una persona senza riferimenti religiosi, che si impegnata su tutti i fronti per contribuire l’unità. «Sai – diceva – questo dialogo tra persone di diverse convinzioni è nato non per convertire i non credenti, ma perché con Chiara avevamo capito che il mondo unito si fa con tutti. Che tutti siano uno. Se ne escludiamo anche solo uno, non siamo più tutti».

Tutti dunque. Cominciando da due… E cos’è che lega questi due prima e poi i tutti? L’amore reciproco. È questa la terza parola del Vangelo che è brillata in quei rifugi di guerra e che ha fatto capire la via per realizzare il sogno di Dio: «Amatevi l'un l'altro come io vi ho amato».

Non soltanto ama Dio. Non soltanto ama il prossimo. Guai se non lo facciamo. Ma l'amore è una semiretta, parte da qui e va all'infinito. L'amore reciproco è diverso: parte qui e torna qui. Va e torna. È quell'amore che fa nascere la comunità.

È l'amore tipico del cristianesimo. È il comandamento nuovo. Nuovo perché prima non c'era. L'ha portato Gesù, rispecchia la vita trinitaria, che prima non si conosceva. L’un l’altro, gli uni gli altri… Nel Nuovo Testamento lo ritroviamo declinato in mille modi: sostenetevi l'un l'altro, pregate l'uno per l'altro, servitevi l'un l'altro, stimatevi l'un l'altro, portate i pesi gli uni degli gli altri… È la reciprocità.

Questo comandamento non va vissuto soltanto tra due o tre persone, va portato a livello sociale: due parrocchie, due diocesi, tra le Chiese. Anche a livello sociale, politico, economico. E se l'amore reciproco fosse vissuto fra i partiti? Ama il partito dell'altro come il tuo. Tra i popoli? Ama il Paese dell’altro come il tuo… Eroico. Questo è martirio. Va bene, va bene, è martirio. Ma l'ideale del cristiano è il martirio.

È quella che Chiara chiama l'arte di amare. Amare tutti. Amare sempre. Amare per primi…. 

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