Ristampa del libretto "Testamento di Luce. Le ultime parole di Gesù".
Prima di ricordare le “sette parole” di Gesù in croce ho ricordato i sette silenzi di Gesù nella sua passione. Mi piace contarli e ripassarli a uno a uno.
In quei silenzi vedo Gesù che condivide il silenzio di quanti non sanno o non possono difendersi per far valere la propria innocenza. Condivide la sorte di quanti sono abbandonati da chi dovrebbe proteggerli.
Nei giorni del lockdown provocati
dalla pandemia del coronavirus il silenzio delle nostre strade e delle nostre
città a volte era divenuto fatto surreale e aveva generato paura, sgomento.
Anche questo Gesù ha condiviso, appieno. Ha condiviso il silenzio che calò a
Hiroshima dopo la violenta esplosione della bomba, il silenzio dopo gli eccidi
di villaggi interi ad opera di bande criminali dai nomi noti, il silenzio del
mare che inghiotte profughi disperati…
Quanti altri silenzi, quante
domande senza risposta nella vita d’ogni persona. Cosa rispondere davanti a
situazioni assurde? Si è impotenti. Manca la parola. È quanto ha vissuto Gesù
con la sua afonia: condivide la nostra impotenza e la nostra afonia. È il
silenzio del sabato santo, che sta germinando la Pasqua di Resurrezione.
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