martedì 17 dicembre 2024

Novena di Natale: Per opera dello Spirito Santo

 

“Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli”. Generò, generò, generò… Improvvisamente la generazione si interrompe. Giunti a Giacobbe, che “generò Giuseppe”, non ci sono più generazioni. Ci saremmo aspettati: “Giuseppe generò Gesù”. Invece il verbo è sospeso: «Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato il Cristo» (1, 16). Gesù arriva al termine di una lunga genealogia per dirci che è inserito nella storia d’Israele, nella storia dell’umanità, ma non c’è più nessuno che genera, Giuseppe non genera.

Quando il verbo “generare” riappare, il soggetto non è più un uomo: “il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”. Gesù nasce come ogni uomo, ma non è generato da un uomo, viene da Dio. Il vero Padre è Dio.

Vorremmo che Matteo dicesse di più, spiegasse come tutto ciò può essere accaduto. Invece enuncia il dato così com’è, nella sua realtà più profonda, essenziale: tutto è opera dello Spirito Santo. Con il Credo niceno-costantinopolitano anche noi ogni domenica ripetiamo: «Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo».

È una fede che si sviluppa gradatamente lungo i secoli e che nella formulazione dei dogmi si arricchisce sempre di più, ed è sempre più lontana dalla semplicità evangelica: Maria “si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”. I vangeli continuano a proclamare la divinità di Gesù. Al momento del battesimo e della trasfigurazione, la voce del Padre lo designa come il suo “Figlio prediletto” (Mt 3, 17; 17, 5). Il centurione romano riconosce che «Veramente quest’uomo era il Figlio di Dio» (Mc 15, 39). Gesù stesso, nel Vangelo di Giovanni, si presenta come il Figlio unigenito di Dio (Gv 3, 16) e chiede la fede «nel nome dell’unigenito Figlio di Dio» (Gv 3, 18).

Vero Dio è insieme vero uomo, perché si incarna nel seno della Vergine Maria. Il Figlio di Dio – ricorda il Concilio Vaticano II – «ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato» (Gaudium et spes, 22). Verità abissale e insieme semplice da credere…

2 commenti:

  1. Grazie di cuore per questi pensieri che hanno la semplicità chiarissima del Vangelo... è vero, il Mistero del Natale si può gustare solo a partire dal fatto che Chi si incarna per noi è davvero Dio... 🙏🏻Angela

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  2. Verità abissale ma semplice nel credere: grazie a lui Spirito Santo ce l' abbiamo radicato dentro nel nostro DNa almeno per me è così.E' un mistero tanto grande e tanto bello il Natale che non si finisce mai di scprirlo

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