«La chiamata di Gesù Cristo…». Iniziano così le nostre Regole! E questo dà subito il senso di chi sono (o dovrebbero essere) gli Oblati. È stato il tema del ritiro che oggi ho tenuto alla comunità di Marino. E tra i tanti testi di commento ho scelto anche quello che il vecchio superiore generale, Lèo Deschâtelets, alla fine della vita, scrisse proprio ai novizi di Marino:
«L’Oblato è legato al Signore, a Cristo, a Gesù, il Figlio di Dio. Il
Verbo incarnato è tutto nella vita dell’Oblato che si impegna, in certo modo, a
vivere Gesù in tutto e in tutte le maniere. Ciò, per me, è essenziale. In
questo consiste la grazia dell’Oblato. Egli deve essere il prigioniero
dell’amore del Cristo, deve essere ghermito, afferrato dal Cristo, proprio come
S. Paolo. Per me vivere, egli deve dire, è Cristo. Se si è compreso questo, si
è compreso ciò che è l’Oblato. L’Oblato ama Cristo, si lascia invadere tutto da
Lui, questa è la sua grazia speciale, questa è parte del suo carisma. Se non ho
questo nel profondo del mio cuore, se questo amore di Cristo non mi prende
tutta la persona, non sono un Oblato come l’ha voluto il Fondatore e come la
tradizione vivente l’ha integrato» (15 marzo 1973).
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