mercoledì 25 dicembre 2024

Comincia così il mio Anno Santo…

Il controllo è errato, molteplici gli sbarramenti e ogni volta bisogna presentare il biglietto di invito e la tessera di riconoscimento. Finalmente giungo nella Cappella Gregoriana in san Pietro; Gregoriana perché vi è sepolto san Gregorio Nazianzeno, l’amico di san Basilio. Sono finito qui perché in questa cappella ci si veste per la concelebrazione della messa della notte di Natale presieduta da Papa Francesco.

Mi è cara quella cappella perché vi è l’altare con un’antica icona della Madonna dove sono stato tante volte a pregare. Dal settimo secolo si trovava nell’antica basilica costantiniana e si chiamava “Madonna di San Leone”. Nel secolo quindicesimo, quando fu portata nella nuova basilica, prese il nome di “Madonna del soccorso”.

Il 28 dicembre 1948 vennero davanti a questo altare Chiara Lubich e Igino Giordani. Questi nel diario annota: “Questa mattina in S. Pietro ho ricevuto la S. Comunione insieme a Silvia Lubich, apostola dell’unità e della vita comunitaria, e ad una sua amica: un’ora paradisiaca di amor di Dio. Semplicità evangelica. Sua estasi davanti all’altare di Maria”. Mesi più tardi Chiara scrive a Giordani: «Ricordi, Anima mia, quando a S. Pietro la prima volta che venni con te all’altare della Mamma tu mi facesti pregare ed io con misere parole dissi: “Mamma, consuma le nostre due anime in uno perché avvenga la Comunità cristiana in Italia e nel mondo intero”? e “Mater unitatis, ora pro nobis”?». 

La “Madonna del soccorso” ha cambiato nome un’altra volta, si chiama “Mater unitatis”. Anch’io, in questa notte di Natale, prego ancora una volta la Madre dell’unità chiedendo che avvenga la Comunità cristiana in Italia e nel mondo intero.

Ed eccomi nella navata centrale della basilica, assieme a tanti altri sacerdoti. Il baldacchino del Bernini è stato appena restaurato, al pari della “gloria” con la cattedra di san Pietro: uno splendore.

La veglia di preghiera è solenne e profonda, fino a quando si apre la porta santa e riecheggiano le parole di Gesù: “Io sono la porta, chi entra attraverso di me troverà la vita…”. La messa è solenne e raccolta. 


Al termine i bambini, vestiti con gli abiti tipici dei Paesi d’origine, accompagnano il Papa che va a deporre il Bambino Gesù nel presepe. La piccola processione mi passa proprio davanti e colgo la gioia e la serietà di Papa e bambini… Un momento particolarmente bello.

Comincia così il mio Anno Santo…

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