domenica 1 settembre 2024

... e adagiò il figlio tra le sue braccia

 

Era il Natale del 1223. Francesco fece preparare una stalla, vi fece portare del fieno e fece condurre sul luogo un bue ed un asino. Si adunarono i frati, accorse la popolazione; il bosco risuonò di voci e quella venerabile notte divenne splendente come mai. Il santo sacrificio viene celebrato sopra la mangiatoia e Francesco canta il santo Vangelo. Predica al popolo e parla della nascita del re povero e nel nominarlo, lo chiama, per tenerezza d'amore, il “bimbo di Bethlehem”, torna ad essere giullare e imita il belare delle pecore... 

Fu un’operazione ardita, perché allora non si poteva celebrare l’Eucaristia fuori di un luogo sacro. Ma neppure Gesù era sceso in un luogo sacro, ma addirittura in una stalla.

Il signor Giovanni di Greccio, affermò di aver veduto, dentro la mangiatoia, un bellissimo fanciullino addormentato, che il beato Francesco, stringendolo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno. 

Oggi è un luogo sacro e con gioia, a conclusione del nostro convegno con la Scuola Abbà, ho celebrato la Massa in quella grotta, come al tempo di Francesco.

Ho ricordato il “Sogno di Natale” di apa Pafnunzio, che apparirà sul libro “Il cielo dentro di me”, di prossima pubblicazione:

Sognò di trovarsi nella grotta di Betlemme, dove s’era recato assieme ai pastori, chiamato dalla voce dell’angelo. Trovò, come gli era stato annunciato, la madre che stava allattando il bambino.
Quando ebbe terminato, ella si guardò attorno, in cerca di un angoletto dove adagiarlo, ma non trovò spazio che fosse adatto, fin quando posò lo sguardo su di lui.
Apa Pafnunzio vide rivolgere su di sé lo sguardo della vergine madre. Gli bastò quello sguardo per sentire il cuore svuotarsi d’ogni vanità.
Si ritrovò bambino.
Fu pervaso da un fuoco d’amore.
Si ritrovò grande, dilatato all’infinito.
Maria gli si accostò e adagiò il figlio tra le sue braccia.



 

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