Ecco
finalmente cosa ho scritto questa sera nel diario. Mi sono bastate poche
parole: «Stamani a Montecitorio sono stato chiamato da angeli. (Sono tre religiosi
e due terziari, tutti francescani). Tra essi c’era una “giovanetta” che stava
iniziando un movimento comunitario a Trento; parlava come un’anima ispirata
dallo Spirito Santo».
C’era un timbro inusitato in quella voce: il timbro
d’una convinzione profonda e sicura che nasceva da un sentimento
soprannaturale. Perciò, di colpo la mia curiosità si è svegliata e un fuoco
dentro ha preso a vampare.
Quando, dopo mezz’ora, ebbe finito di parlare, sono
stato preso in un’atmosfera incantata, come in un nimbo di luce
e di felicità: avrei desiderato che quella voce continuasse. Era la voce che, senza rendermene conto, avevo atteso, da
tanto tempo. Essa mette la santità a portata di tutti; toglie
via i cancelli che separano il mondo laicale dalla vita mistica. Mette in
piazza i tesori d’un castello a cui solo pochi erano ammessi. Avvicina Dio: lo
fa sentire Padre, fratello, amico, presente all’umanità.
Ho riconosciuto in quella esperienza l’attuazione
del desiderio struggente di san Giovanni Crisostomo: che i laici vivessero a mo’
di monaci, con in meno il celibato.
Una vita interiore,
che esce dai ridotti delle case religiose, da certo esclusivismo di ceti
privilegiati, si dilata nelle piazze, nelle officine e negli uffici, nelle case
e nei campi, poiché
dappertutto, incontrando uomini, s’incontrano candidati alla perfezione.
L’avevo coltivato tanto, dentro di me, quel
desiderio. L’idea di Dio questa mattina ha ceduto il posto all’amore di Dio, l’immagine
ideale al Dio vivo.
Se esamino il fatto criticamente, trovo che non ho
scoperto nulla di nuovo: eppure tutto nuovo: gli elementi della mia formazione
culturale e spirituale vengono a disporsi secondo il disegno di Dio. Si mettono
al loro giusto posto.
Questa mattina tutto san Francesco, con tutti i rami della sua opera, è venuto a trovarmi in Parlamento. Non è un caso che oggi sia la festa delle stimmate. In questa giovane donna che lui mi ha mandato, mi è sembrato di vedere la luce di Chiara d’Assisi.
È una pagina del reading che ho scritto questa estate sull’incontro avvenuto a Montecitorio, nel giorno delle stigmate di san Francesco del 1948, tra Igino Giordani e Chiara Lubich. Lo abbiamo rappresentato a Falcade in luglio, non causalmente con un gruppo dell’Umbria! È bello rileggere quell’evento a 800 anni dalle stigmate di San Francesco. Fu un caso che quell’incontro in parlamento avvenisse proprio il giorno delle stigmate?
Grazie Fabio per mettere a relievo le parole di Foco!!! Veramente bruccha Nel cuore e fa sentire che lo S.S. agisce come ieri, fa IL oggi e sempre nella nostra vita! Cosí ci illumina la strada per ricorrere insieme!
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