lunedì 16 settembre 2024

Era il 17 settembre 1948

Ecco finalmente cosa ho scritto questa sera nel diario. Mi sono bastate poche parole: «Stamani a Montecitorio sono stato chiamato da angeli. (Sono tre religiosi e due terziari, tutti francescani). Tra essi c’era una “giovanetta” che stava iniziando un movimento comunitario a Trento; parlava come un’anima ispirata dallo Spirito Santo».

C’era un timbro inusitato in quella voce: il timbro d’una convinzione profonda e sicura che nasceva da un sentimento soprannaturale. Perciò, di colpo la mia curiosità si è svegliata e un fuoco dentro ha preso a vampare.

Quando, dopo mezz’ora, ebbe finito di parlare, sono stato preso in un’atmosfera incantata, come in un nimbo di luce e di felicità: avrei desiderato che quella voce continuasse. Era la voce che, senza rendermene conto, avevo atteso, da tanto tempo. Essa mette la santità a portata di tutti; toglie via i cancelli che separano il mondo laicale dalla vita mistica. Mette in piazza i tesori d’un castello a cui solo pochi erano ammessi. Avvicina Dio: lo fa sentire Padre, fratello, amico, presente all’umanità.

Ho riconosciuto in quella esperienza l’attuazione del desiderio struggente di san Giovanni Crisostomo: che i laici vivessero a mo’ di monaci, con in meno il celibato.

Una vita interiore, che esce dai ridotti delle case religiose, da certo esclusivismo di ceti privilegiati, si dilata nelle piazze, nelle officine e negli uffici, nelle case e nei campi, poiché dappertutto, incontrando uomini, s’incontrano candidati alla perfezione.

L’avevo coltivato tanto, dentro di me, quel desiderio. L’idea di Dio questa mattina ha ceduto il posto all’amore di Dio, l’immagine ideale al Dio vivo. 

Se esamino il fatto criticamente, trovo che non ho scoperto nulla di nuovo: eppure tutto nuovo: gli elementi della mia formazione culturale e spirituale vengono a disporsi secondo il disegno di Dio. Si mettono al loro giusto posto.

Questa mattina tutto san Francesco, con tutti i rami della sua opera, è venuto a trovarmi in Parlamento. Non è un caso che oggi sia la festa delle stimmate. In questa giovane donna che lui mi ha mandato, mi è sembrato di vedere la luce di Chiara d’Assisi.

È una pagina del reading che ho scritto questa estate sull’incontro avvenuto a Montecitorio, nel giorno delle stigmate di san Francesco del 1948, tra Igino Giordani e Chiara Lubich. Lo abbiamo rappresentato a Falcade in luglio, non causalmente con un gruppo dell’Umbria! È bello rileggere quell’evento a 800 anni dalle stigmate di San Francesco. Fu un caso che quell’incontro in parlamento avvenisse proprio il giorno delle stigmate?

 

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