Mattinata da santa Chiara. Nel piccolo museo nella cripta, dove è conservato il corpo, mi guardo con calma una copia della sua Regola… In essa Chiara racconta la sua storia: "Dopo che l'altissimo Padre celeste si degnò illuminare l'anima mia mediante la sua grazia perché, seguendo l'esempio e gli insegnamenti del beatissimo padre nostro Francesco, io facessi penitenza, poco dopo la conversione di lui, liberamente, insieme con le mie sorelle, gli promisi obbedienza...".
Mi piace ricordare che è stata la prima donna a scrivere una Regola di vita per le donne. A cominciare da Cesario di Arles, sono sempre stati gli uomini, per tutto il primo millennio, a scrivere le Regole per le donne, adattando loro eventualmente quelle scritte per gli uomini. Fino ad Aloisa che, benché fosse una donna di grande cultura, chiede ad Abelardo di scrivere una regola per le donne; non le passa per la testa che possa scriverla lei stessa!
Chiara, per prima, tenta l’impresa. Ma con quante avversioni. Riesce ad averne l’approvazione soltanto due giorni prima della morte. E dopo la morte le Clarisse dovranno adottare una Regola nuova scritta ancora una volta da uomini. Quella di santa Chiara rimarrà nascosta cucita nelle vesti della santa, in un reliquiario, fino al 1893! Che cammino difficile quello della vita religiosa femminile, eppure quanta santità ha prodotto!
Nel pomeriggio a San Ruffino mi sono fermato davanti al fonte battesimale dove è stato battezzato Francesco, Chiara, forse Federico II, san Gabriele dell’Addolorata... Sono poi sceso, per la prima volta, nella cripta e nei sotterranei della cattedrale, da pochi anni riaperti al pubblico: una storia che risale al IV secolo avanti Cristo, un’autentica rivelazione.
Quante cose belle abbiamo! E he fascino continua ad esercitare Assisi! Sono venuto qui la prima volta 60 anni fa, ma non ci si stanca mai di tornarci...
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