lunedì 2 settembre 2024

Sul Celio con i santi

Basta un colle di Roma per immergersi nel mondo dei santi, e dell’arte, della storia… Oggi il Celio, assieme ad alcuni del Centro Chiara Lubich. Abbiamo esplorato una parte soltanto dell’infinita ricchezza che questo colle custodisce: i santi Giovanni e Paolo, Crispo, Crispiniano e Benedetta, Gregorio Magno, Madre Teresa di Calcutta, Giovanni di Matha, Clemente Romano, Cirillo e Metodio… Come tutto parla, per chi sa leggere la storia e le storie, l'arte e la natura.

Ma perché i santi? Ce lo ricorda proprio Gregorio Magno, di cui domani è la festa. Oltre che all'interpretazione della Scrittura si dedicò anche alla agiografia, cioè delle vite dei santi, perché riteneva che Dio parla agli uomini non solo tramite la Bibbia, ma anche attraverso la vita dei suoi santi, i veri interpreti della Scrittura. Sono i santi che hanno “esperienza” di Dio e riescono a cogliere più profondamente di chi vi si accosta solo con un atteggiamento distaccato di studio il vero volto di Dio e la sua chiamata. Per questo scrisse i Dialoghi dove presenta storie di santità dell'Italia del tempo, a cominciare da san Benedetto.

Nel Prologo il discepolo Pietro gli chiede di interrompere i suoi studi scritturistici e dedicarsi ai santi perché «vi sono alcuni che vengono infiammati d’amore per la patria celeste più dagli esempi che dalle dotte esposizioni. Dagli esempi dei Padri, in realtà, l’animo di chi ascolta trae un duplice vantaggio: in primo luogo si sente ardere d’amore per la vita futura sull’esempio di chi ci ha preceduto, e inoltre, se mai pensa di valere qualcosa, venendo a conoscenza di virtù ben più grandi in altri, trova di che umiliarsi» (Dialoghi, Libro I, Prologo, 7-9).

 


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