lunedì 9 settembre 2024

Il sacro che diventa santo...

 


È la mia prima volta a Gubbio. Che incanto! Ho visto poco, dato che eravamo lì per il ritiro. Ho potuto vedere soltanto il palazzo dei consoli: basta e ne avanza! Tra l’altro è bello vedere come, al pari degli altri palazzi pubblici sparsi per l’Italia, vi dominano affreschi religiosi. La vita civile e quella religiosa, pur distinte, erano profondamente uniti; non si poteva vivere fuori del mistero di Dio, umanato soprattutto grazie alla Vergine Maria, onnipresente...



In questi giorni sto leggendo il libro del Levitico. Mi ricorda costantemente che l’unico eterno sacrificio è quello di Gesù che, “entrando nel mondo, dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato”. Allora dice: “«Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo”.

La legislazione del Levitico mi è tornata alla mente questa mattina al Palazzo dei consoli quando ho visto le Tavole Iguvine (dal nome antico di Gubbio, Iguvium), il più lungo e importante testo rituale dell’Italia antica, su lastre di bronzo. Vi vengono descritte le prassi rituali di varie cerimonie purificatorie e di sacrifici da effettuare nel caso infausto di auspici avversi e in occasioni di particolari feste o momenti del calendario cerealicolo. In qualche caso viene anche trascritto il testo delle preghiere da pronunciare. Il divino permeava e sostanziava nelle sue infinite manifestazioni la vita degli Umbri, divinizzando le azioni e gli aspetti più significativi del vivere sociale e rituale. È proprio della struttura umana riconoscere la sacralità della vita…

Gesù tutto assume e trasfigura.



Il nostro ritiro oggi è stato “predicato” dalle Sorelle Clarisse di Gubbio: presenta giovanile e di profonda religiosità, sullo stile di Gesù, non su quello delle Tavole Iguvine…



 

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