mercoledì 25 settembre 2024

Natalia: "Siamo fratelli"

Ho letto la biografia di Natalia Dalla Piccola, scritta da Matilde Cocchiaro. 

Mi ha colpito un piccolo episodio raccontato da Kosho Niwano, buddista, mentre la accompagnava in macchina per le strade di Roma. A un semaforo uno dei tanti uomini che vendono fazzoletti. "Immediatamente le ha dato del denaro e sorridendo a cominciato a parlargli: 'Grazie! Oggi è una bella giornata, vero? Io sono Natalia e tu come ti chiami? Hai figli? Abbi cura di te...'. Ho pensato stesse parlando con un vecchio amico. Avevo l'impressione che quel signore dialogasse con lei come avrebbe fatto con la sua mamma. Quando la vettura è ripartita, sono rimasta colpita dallo sguardo di quell'uomo, in piedi, con la foto dei sui figli in una mano e che con l'altra ci salutava felice".

Ho poi trovato uno dei pensieri di Natalia che mi ha spiegato il suo comportamento: "Ad ogni prossimo che incontri bisogna dare tutto, non risparmiare nulla, come se tu non lo vedessi più. Dare Dio. E' un seme che poi fruttificherà".

Ho tanti ricordi di lei, a cominciare da quando imitava perfettamente la mia parlata toscana, o quando mi raccontava di nuovo del suo primo viaggio a Firenze… Mi voleva bene e me lo dimostrava. 

Ma indubbiamente il ricordo più bello, forse l’ultimo incontro personale avuto con lei, è quanto accadde a Montet. Naturalmente non ricordo l’anno… Ero in viaggio verso St-Maurice, sempre in Svizzera. Assieme a sr. Antonia Moioli dovevamo parlare alle scuole, forse degli “aspetti” nella vita religiosa. A guidare l’incontro, Natalia. Ero seduto alla sua sinistra. Io parlai un po’ sopra le righe, forse con una certa spavalderia, e sentivo Natalia che, dispiaciuta, mormorava a bassa voce: “Non è così”.

Alla fine dell’incontro salutai Fede, Silvana e altri che erano seduti in prima fila. Non salutai Natalia perché già eravamo stati insieme sul palco… Poi uscii in fretta perché dovevo appunto andare a St-Maurice. Natalia mi corse dietro: “Vai via così, senza neppure salutarmi? Ma noi siamo fratelli”. Non potevamo separarci con quel filo di incomprensione, non era da Natalia. Non poteva lasciarmi andare via senza che tra noi ci fosse l’unità piena. 

“Siamo fratelli”. È l’ultima consegna che mi ha lasciato Natalia.

1 commento:

  1. Grazie Padre Fabio, purtroppo à volte ci dimentichiamo di essere fratelli.

    RispondiElimina