venerdì 6 novembre 2020

Teresa Couderc: Consegnarsi



 

Ho passato questa settimana nella casa d preghiera delle Suore della Madonna del Cenacolo a Monte Mario, sulla Balduina. Un piccolo parco incantevole. Ho guidato gli esercizi spirituali a un gruppo di sacerdoti. Essendo nella casa della Madonna del Cenacolo quale tema migliore di quello del cenacolo? Tanto più che è stato un ritiro per sacerdoti…

È stata anche l’occasione anche per conoscer la fondatrice delle suore, santa Teresa Couderc, contemporanea di sant’Eugenio. Sono storie sempre affascinanti.

La foto da anziana la ritrae con un volto che è una ragnatela di rughe che dicono fatica, sacrificio, vita donata. Il sorriso appena abbozzato dice riservatezza e nascondimento. Gli occhi vivi, profondi, le illuminano il viso e parlano di amore e dolore, di attesa ardente e al tempo stesso paziente, di forza e dolcezza, di fermezza e sottomissione… Uno sguardo intenso, capace di catturato il Mistero.

Nella sala d’ingresso della casa un grande pannello riproduce una parola della santa, con la sua stessa calligrafia (difficile da decifrare!): “Se livrer”, consegnarsi. È il ritornello di un suo scritto:

 


 

“Il gran mezzo per entrare nella via della perfezione e della santità, è di consegnarsi a Dio.
Consegnarsi è più che dedicarsi, è più che darsi, è persino più che abbandonarsi a Dio.
Consegnarsi è morire a tutto e a se stessi, non più occuparsi dell’io che per tenerlo sempre rivolto a Dio.
Consegnarsi è… quello spirito di distacco che non tiene più a nulla, né alle persone, né alle cose, né al tempo, né ai luoghi.
Nulla di più facile, nulla di più dolce da praticare.
Si tratta di compiere una sola volta un atto generoso, dicendo con tutta la semplicità di cui l’anima nostra è capace: ‘Mio Dio, voglio essere tutta tua, degnati di accettare la mia offerta’. E tutto è detto.
Provate, e vedrete che in questo si trova la felicità che invano si cerca altrove. L’anima che ha saputo consegnarsi ha trovato il paradiso sulla terra, poiché gode già di quella pace soave che costituisce in parte la felicità degli eletti”
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