sabato 21 novembre 2020

I grandi orizzonti di padre Santino

 

È sabato sera. Abitualmente medito sul vangelo della domenica e scrivo le mie due righe. Il Vangelo questa volta ci presenta Cristo Re che, seduto sul suo trono, compie il giudizio finale. E sento che, rivolto a p. Santino, gli dice: “Vieni, benedetto del Padre mio, ricevi in eredità il regno preparato per te fin dalla creazione del mondo…”

Lo strumento di ricerca del mio blog è potente. In un attimo posso trovare persone, luoghi, temi… In più di 10 anni, con quasi 4000 post, ho scritto di tutto. Cerco “Sante Bisignano”… e mi vengono due post soltanto! Ho scritto così poco su di lui? È sempre così, di quelli che ci sono più vicini non c’è motivo di scrivere… perché ci sono così familiari, così vicini, appunto…

Entrato a 19 anni dagli Oblati, proveniente dalle file dell’Azione Cattolica, p. Santino avrebbe voluto partire per le missioni del Lesotho, in Sud Africa, ma erano soltanto in due quell’anno a ricevere la destinazione e si doveva scegliere: l’altro, un certo Marcello Zago, fu mandato in Laos, mentre a Santino fu affidato il compito della formazione.

Ed eccolo al liceo di Firenze dove l’ho conosciuto. È stato lui ad accogliermi tra gli Oblati: avevo 17 anni. Poi l’ho ritrovato costantemente lungo la mia strada: superiore della comunità di Marino, dove c’ero anch’io, superiore dello Scolasticato di Vermicino, dove c’ero sempre anch’io… Non so se fosse lui a seguire me o io a seguire lui… fino a quando sono diventato suo successore come superiore allo Scolasticato e lui mio provinciale… Insomma una vita sempre insieme.

È sempre stato un uomo dai grandi orizzonti. Forse perché ha vissuto in mezzo ai giovani. Ha sempre insegnato, all’Università Salesiana, al Teresianum, al Claretianum... Sempre con i giovani, col cuore giovane. E col cuore grande, dilatato sulle realtà ecclesiali, sociali, politiche, su raggio mondiale, con sguardo positivo, propositivo…

Un uomo così, che ha fatto conferenze, tenuto corsi, convegni (famosi quelli della CISM)… non ha mai scritto un libro. Eppure ha scritto tanto. Per la verità aveva preparato un libro sul noviziato, ma poi se l’è visto pubblicare, senza neanche un grazie o una menzione, da un suo alunno divenuto professore. Non ha mai pubblicato un libro perché sempre insoddisfatto di quello che preparava, che rimaneva indietro rispetto al nuovo che gli nasceva dentro continuamente. E poi a lui premevano soprattutto le premesse, gli orizzonti da cui si doveva partire prima di ogni discorso, e i suoi orizzonti erano così vasti che quando aveva terminato di delinearli, le conseguenze gli sembravano così immediate e piccole che non le sviluppava neppure… Così il libro non veniva mai fuori, gli stava troppo stretto.

Questi ultimi anni viveva in una stanza piccola piccola, a via dei Prefetti, con una finestra dall’orizzonte altrettanto ristretto, con la visione di qualche tetto… Eppure continuava a spaziare.



Quando, per raggiunti limiti di età, dovette lasciare la direzione del Collegio San Giuseppe in Vaticano e due anni dopo il Seminario pontificio di Propaganda Fide, mi chiamò sgomento: “Adesso come posso continuare a servire la Chiesa?”. Contemporaneamente dalla Segreteria di Stato vaticana mi chiesero se potevo presentare una persona di una certa età, con esperienza, per lavorare nella segreteria del Santo Padre. Andai di corsa da Santino: “Ho trovato come puoi continuare a servire la Chiesa!”. Eccolo così al suo ultimo incarico, che gli ha consentito uno sguardo unico sull’animo umano e sui problemi del mondo intero.

Quando si rese conto che non riusciva più a leggere dovette lasciare anche questo ufficio e ha dedicato l’ultimo tempo della sua vita al servizio più silenzioso e forse più efficace: la preghiera, per tutti… a cominciare dalle molte persone che passavano per la strada davanti a casa sua…

Ogni giorno mi telefonava. Mi raccontava delle letture, poi diventate ascolto, quando a leggergli gli scritti era ormai il computer, vista la progressiva diminuzione della vita. Mi raccontava del suo rapporto con Dio, delle sue scoperte interiori. Aveva ottant’anni avanzati e continuava a scoprire cose nuove, con entusiasmo, con meraviglia. Mi raccontava delle telefonate che gli facevano i suoi antichi studenti, da tutte le parti del mondo, e delle telefonate che egli faceva, in tutte le parti del mondo. Perché seguiva tutti e tutto: politica, vita ecclesiale, problemi sociali… Si interessava delle comunità oblate, della formazione, delle nuove vocazioni. Tutto gli apparteneva e viveva per tutto e per tutti. Come adesso, in Cielo.

2 commenti:

  1. Grazie per la profondità di questo ricordo. Una bella meditazione per noi.

    RispondiElimina
  2. Rendiamo GRAZIE a Dio per il meraviglioso esempio di vita cristiana, religiosa-oblata, sacerdotale e missionaria di p. Santino. Grazie per aver creduto alla Buona Novella, e per aver aiutato tantissime persone a credere e a crescere nella fede.
    Grazie per i tanti anni al servizio della Chiesa, della Missione e della Vita Consacrata.
    Dal cielo continuerai il tuo ruolo di accompagnatore e di pastore.

    RispondiElimina