giovedì 5 novembre 2020

Avviare processi


 

Ci sono situazioni che sembrano senza soluzioni. Davanti ad esse si rimane impotenti, paralizzati. E nasce la paura, l’angoscia. O almeno la rassegnazione. L’unità tra le chiese sembrava imminente dopo l’abbraccio tra Atanagora e Paolo VI. Adesso la vediamo sempre più lontana. Così per il dialogo tra le religioni, grande speranza suscitata dalla giornata di preghiera ad Assisi organizzata da Giovanni Paolo II.

Papa Francesco non si lascia scoraggiare e va a Stoccolma nel cuore del luteranesimo, ad Abu Dhabi per incontrare i musulmani… Risolverà problemi e conflitti? Non è troppo ingenuo? Intanto “avvia processi”, prende l’altro a braccetto e inizia un cammino, anche se non sa dove porterà. L’aveva enunciato nella sua Enciclica programmatica: “iniziare processi più che di pos­sedere spazi… privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella so­cietà e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in impor­tanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci”.

Lo ha ripetuto recentemente: “Dio è presente nei processi della storia. Questo fa privilegiare le azioni che generano dinamiche nuove. E richiede pazienza, attesa” (21 dicembre 2019).

È una saggezza antica, valida anche per le situazioni che ci paiono insolubili in famiglia, nel lavoro, a scuola… Un passo, un piccolo passo, sempre avanti, un’intesa anche minima, che apra alla speranza. Tutto sta nel cominciare.

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